La settimana appena conclusa ha visto, per l’ennesima volta, la politica estera di Donald Trump come assoluta protagonista. Infatti, la decisione comunicata nella tarda serata di martedì (alle 20:00 ora italiana) inerente l’uscita dall’accordo con l’Iran sul nucleare – benché non del tutto inaspettata – ha fatto sobbalzare gli animi di molti.

L’intesa tra Washington e Teheran, lo ricordiamo, era stata raggiunta dopo svariate trattative dal governo Obama nel luglio del 2015 e accolta con favore da Cina, Russia ed Europa. Ora, con l’uscita degli Stati Uniti, si è creata una frattura con il resto delle nazioni favorevoli al mantenimento dell’accordo tant’è che aspre critiche non si sono fatte attendere sia dall’Europa che dalla Russia e ovviamente dallo stesso Iran. Per questi ultimi – come hanno fatto sapere – l’accordo continuerà a rimanere valido.

Ad appoggiare invece Trump sì è schierato Israele, il cui esercito ha bombardato alcune postazioni iraniane in Siria poco dopo l’annuncio di Trump, riaccendendo in questo modo le tensioni in Medio Oriente. Il Tesoro americano ha inoltre specificato che le sanzioni verranno reintrodotte in 3 (o al più tardi) 6 mesi e che riguarderanno non solo L’Iran ma anche ogni Paese che continuerà ad intrattenere rapporti economici con esso.

Nel frattempo, in Europa, i mercati hanno tenuto per tutta settimana sotto stretta osservazione l’evoluzione del dibattito politico in Italia. Il Paese resta ancora in attesa di un nuovo Governo e la fase di stallo – che perdura da diverse settimane – inizia a preoccupare gli investitori dell’area Euro. L’ipotesi più temuta per i mercati pare sia lo spettro di nuove elezioni nel caso in cui non si raggiunga alcun accordo tra le parti. Tuttavia, a giudicare dalle reazioni dei mercati, sembra che nemmeno un accordo tra M5S e Lega venga visto di buon occhio: a conferma di ciò basti guardare l’evoluzione dello spread con la Germania (a circa 140 punti base) e le vendite sui titoli azionari italiani.

Infine, sempre in settimana, l’euro si indebolisce col dollaro e va a toccare i minimi da fine dicembre: un elemento, questo, sufficiente a spingere i listini europei al rialzo. Metalli preziosi in leggero guadagno mentre torna a scendere la volatilità (VIX in prossimità dei 12).

 

Oro (XAUUSD)

Le tensioni sui mercati, specie a seguito dell’annullamento dell’accordo sul nucleare tra Iran e Stati Uniti, hanno sostenuto le quotazioni dell’intero compartimento dei preziosi (spinti indirettamente anche dal petrolio che ha toccato i 78 $/b). Il metallo giallo, in particolare, è rimbalzato dai 1300 ai 1325 $/oz, e viaggia attualmente tra le due medie mobili giornaliere a 100 e 200 giorni (vedi ellisse azzurra) dopo aver rotto la forte resistenza in area 1315 - 1317 $/oz. Il range in cui oscilla il prezzo (1320 – 1360) è stata una area molto “combattuta” negli scorsi mesi ed è inverosimile che venga superata senza un forte driver.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Sul grafico settimanale l’outlook rimane pressoché invariato rispetto alla scorsa settimana, dunque neutrale - positivo, trovandosi il prezzo ancora ben al di sopra delle due medie mobili a 100 e 200. Bisognerà tuttavia attendere la prossima mossa della FED sui tassi (in programma nel mese di giugno) per verificare la direzione e la bontà del trend. Attenzione alla forte resistenza in area 1350 $/oz e, prima ancora, alla parte inferiore del canale rialzista (in verde) che, se rotta al ribasso, potrebbe innescare vendite e prese di profitto.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

In settimana anche l’argento recupera un po’ di vigore e riesce a riportarsi al di sopra dei 16,50 $/oz. Il metallo continua a seguire l’andamento dell’oro sebbene con maggiore debolezza. Le quotazioni si muovono ancora al di sotto delle medie mobili a 100 e 200 giorni. L’outlook si conferma negativo fintanto che la barriera dei 17 $/oz rimane intatta. Scarso anche l’interesse da parte degli investitori: le posizioni aperte sul metallo (open interest) sono ai minimi da diversi mesi a questa parte.

Grafico settimanale XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Dopo aver toccato i minimi annuali il platino questa settimana guadagna una 15.ina di dollari e riesce a portarsi al di sopra dei 920 $/oz. Il prezzo continua ancora a viaggiare ben al di sotto delle medie mobili a 100 e 200 giorni e l’outlook pertanto si riconferma negativo. Per una inversione del trend bisognerà aspettare una rottura decisa dei 950 – 960 $/oz. Tuttavia, secondo un sondaggio effettuato da Reuters, il prezzo medio per quest’anno dovrebbe aggirarsi attorno 968 $/oz, dunque non distante dagli attuali livelli.

Grafico settimanale XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Le sanzioni alla Russia sostengono le quotazioni anche questa settimana. L’outlook è positivo, e come si evince dal grafico sottostante, il prezzo è rientrato nel canale rialzista di lungo periodo (in azzurro). Lo scenario è migliorato rispetto alla scorsa ottava di borsa tuttavia, secondo un recente sondaggio effettuato da Reuters, il prezzo medio per quest’anno dovrebbe assestarsi non lontano dai livelli attuali (target1039 $/oz). Infine, le medie mobili a 100 e 200 (settimanali) restano ancora ben lontane dalle quotazioni attuali.

Grafico settimanale palladio (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Il cambio in settimana ha toccato i minimi col dollaro da dicembre 2017 salvo poi rimbalzare e assestarsi poco sopra gli 1,19 in seguito ai dati deludenti riguardanti l’inflazione americana. Spinge al rialzo la valuta dell’eurozona anche la decisione unanime dei Paesi europei di non abbandonare l’accordo sul nucleare con l’Iran. Il saggio di cambio si trova al momento in una forte area supportiva (1,15 – 1,19) e all’estremo inferiore del canale rialzista. Resta tuttavia al di sopra delle medie mobili settimanali a 100 e 200. L’outlook si è sicuramente deteriorato rispetto al mese scorso ciononostante il trend rimane rialzista.

Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

In breve

ORO

Resistenze

1365

1375 - 1380

Supporti

1235 - 1250

1310 - 1350

 

ARGENTO

Resistenze

17,35

17,70 - 18

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

1010

1030 - 1045

Supporti

890

900 - 910

 

PALLADIO

Resistenze

1000

1075 - 1100

Supporti

890 - 910

950 -985

 

EURUSD

Resistenze

1,21 – 1,22

1,25 – 1,27

Supporti

1,1550

1,1650

Fonti: Bloomberg, Reuters, IlSole24Ore, Commerzbank. MPS Capital Services.

 

 

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