La settimana appena conclusa ha visto ancora una volta sui mercati la predominanza delle questioni politiche e geopolitiche. Riguardo alle prime, è l’Italia – osservata speciale dagli investitori e da Bruxelles – che continua a destare timori sia a causa dei ritardi per la formazione del nuovo Esecutivo giallo-verde, sia a causa dell’impronta (se non altro così percepita dagli osservatori) antieuropeista che potrebbe prendere il nascente governo M5S-Lega.

In particolare, a scatenare un vero e proprio terremoto su Piazza affari, è stata la pubblicazione di una bozza di programma (successivamente modificata e ripubblicata poiché “obsoleta”) il cui contenuto ha inizialmente innescato vendite e prese di profitto sull’azionario italiano. Tale incertezza ha messo sotto pressione anche l’euro (attualmente a circa 1,178 sul dollaro americano) ma, allo stesso tempo, ha avvantaggiato le altre borse europee le cui performance sono state generalmente molto positive.

A livello internazionale è stata invece la questione sui dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina a tenere accessi i riflettori. Le due superpotenze avrebbero raggiunto – nella giornata di venerdì - un accordo che comporterebbe un aumento significativo degli acquisti annuali di merce americana da parte di Pechino (fino a raggiungere quota 200 miliardi di dollari). Tale accordo – annunciato dall’amministrazione Trump – sebbene sia riuscito a distendere in parte gli animi degli investitori, d’altro canto non è stato in grado di frenare il rialzo della curva dei rendimenti dei treasury decennali, a livelli record da 7 anni a questa parte (3,11%). Infatti, complici i buoni dati macroeconomici USA e un prezzo del petrolio sempre più vicino agli 80 dollari al barile, le probabilità di un rialzo dei tassi si fanno sempre più consistenti (sostanzialmente in linea con le aspettative di inflazione).

Le sopraccitate ragioni sono state anche i principali driver responsabili della caduta del prezzo dell’oro, ai minimi annuali a quota 1285 $/oz. Il metallo continua inoltre a venire penalizzato dalla ritrovata forza del biglietto verde e solo in parte sostenuto dai rischi politici. Settimana negativa anche per gli altri metalli del compartimento dei preziosi (argento e platino) con l’eccezione del palladio. Male anche lo yen giapponese: i dati deludenti sull’inflazione (in rallentamento per due mesi consecutivi) hanno spinto alle vendite.

Oro (XAUUSD)

Le tensioni geopolitiche hanno sostenuto solo parzialmente la caduta del prezzo del metallo che in settimana va ad appoggiarsi sul supporto a quota 1285 $/oz. Come scritto poco sopra, il dollaro forte e i rendimenti dei decennali americani in continuo rialzo mettono sotto pressione l’oro il cui costo – opportunità diviene via via sempre meno appetitoso agli occhi degli investitori. Come si evince dal grafico sottostante, le quotazioni viaggiano al di sotto delle medie mobili a 100 e 200 giorni, ormai ai minimi annuali. La zona verso cui è diretto il prezzo (1275 – 1285 $/oz) sembrerebbe tuttavia offrire un buon supporto.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)



Sul grafico settimanale l’outlook si è visibilmente deteriorato dopo la perdita del supporto in area 1300 $/oz. Le importanti vendite stanno spingendo il prezzo verso la parte inferiore del canale rialzista a quota 1275 $/oz (in verde). Perse anche entrambe le medie mobili a 100 e 200 (settimane): un forte segnale ribassista che potrebbe ulteriormente esasperare il trend in atto. Si attende dunque la prossima mossa della FED in programma il mese prossimo riguardo il rialzo dei tassi: com’è accaduto in concomitanza delle scorse riunioni, tale rialzo dei tassi è coinciso con il minimo toccato dal prezzo del metallo.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

Settimana negativa anche per l’argento. Il metallo, in scia all’andamento dell’oro, è messo ancora una volta sotto pressione dalla media mobile a 200 (settimanale) che pare essere per il metallo una resistenza inviolabile. Le quotazioni (che attualmente oscillano attorno i 16,39 $/oz) si muovono anche al di sotto della media mobile a 100 settimane. L’outlook rimane negativo fintanto che il box 16,20 – 17 $/oz (in verde) resta intatto. Da monitorare la parte più bassa (a 16,20 $/oz): il cedimento innescherebbe la corsa verso nuovi minimi in direzione 15,60 $/oz.

Grafico settimanale XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Anche questa settimana per il platino è proseguita la corsa verso il basso. Le quotazioni del metallo sono ormai prossime ai minimi annuali e vicine a quelli di dicembre 2017. Il prezzo continua ancora a viaggiare ben al di sotto delle medie mobili a 100 e 200 (settimanali) e l’outlook pertanto si riconferma negativo. Come già scritto nello scorso report, per una inversione del trend bisognerà aspettare una rottura decisa dei 950 – 960 $/oz. A pesare sulle quotazioni il rallentamento globale del mercato dell’auto (soprattutto nel settore retail).

Grafico settimanale XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Nonostante una chiusura settimanale positiva il prezzo del palladio fatica a riportarsi all’interno del canale rialzista (in azzurro) dal cui bordo inferiore continua ad essere respinto. Attualmente il prezzo oscilla all’interno del range 950 – 1000 $/oz e rimane al di sopra delle medie mobili a 100 e 200 (settimanali). Così come per il platino, è il raffreddamento del mercato dell’auto il principale driver delle quotazioni. A sostenere gli acquisti, tuttavia, vi sono le sanzioni alla Russia. L’outlook è moderatamente positivo. Da monitorare i forti supporti a 950 $/oz e successivamente a 900 $/oz.

Grafico settimanale palladio (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Eurodollaro in caduta e ai minimi da dicembre scorso. La valuta unica sconta l’incertezza politica europea a causa del governo italiano a guida M5S e Lega ancora in cerca di premier. Attualmente il cambio viaggia poco sotto gli 1,8 col dollaro americano e sembrerebbe essere diretto al test del forte supporto posto in area 1,1750 prima e 1,16 poi. Resta tuttavia al di sopra delle medie mobili settimanali a 100 e 200. L’outlook si è ulteriormente deteriorato rispetto alla scorsa settimana e il trend passa da moderatamente rialzista a neutrale.

Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

In breve

ORO

Resistenze

1365

1375 - 1380

Supporti

1235 - 1250

1310 - 1350

 

ARGENTO

Resistenze

17,35

17,70 - 18

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

1010

1030 - 1045

Supporti

890

900 - 910

 

PALLADIO

Resistenze

1000

1075 - 1100

Supporti

890 - 910

950 -985

 

EURUSD

Resistenze

1,21 – 1,22

1,25 – 1,27

Supporti

1,1550

1,1650

 

Fonti: Bloomberg, Reuters, IlSole24Ore, Commerzbank. MPS Capital Services.

 

 

 

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