In un panorama geopolitico dominato dall’incertezza, l’oro consolida il suo ruolo di rilevanza tra i beni rifugio preferiti dagli investitori. Il 2024 è l’anno delle grandi elezioni, del taglio dei tassi, delle intelligenze artificiali e della messa in discussione degli equilibri mondiali. Ma come potrebbe reagire il prezzo dell’oro? E in che modo un clima così turbolento potrebbe influenzare il suo andamento?

Una chiusura al rialzo

Negli ultimi mesi del 2023 il prezzo dell’oro è andato incontro a un’ascesa costante, complici gli acquisti record da parte delle banche centrali - non meno di 800 tonnellate di metallo giallo acquistate da gennaio a settembre - e l’apprensione degli investitori per il conflitto russo-ucraino e per l’escalation in Medio Oriente.

L’indebolimento del dollaro statunitense e le aspettative di un taglio dei tassi hanno contribuito alla spinta verso l’alto del prezzo dell’oro, che a dicembre ha raggiunto il massimo storico di 2.135,39 dollari/oncia.

La corsa all’oro delle banche centrali

Dopo aver contribuito all’aumento del prezzo nel 2023, le banche centrali continueranno probabilmente a rifornirsi di oro in grandi quantità anche nel 2024. In testa agli acquirenti ci sono Cina e Russia, entrambe interessate da rapporti di forte tensioni con gli Stati Uniti. Le due nazioni dichiarano di aver aggiunto più di 1500 tonnellate alle rispettive riserve auree, ma si stima che i numeri reali siano molto più alti di quelli resi pubblici.

Il grafico sottostante offre una visione chiara delle tonnellate d’oro detenute nel 2022 dalle principali potenze economiche mondiali e dell’incremento rispetto a un 2020 significativamente meno infuocato sul fronte geopolitico.

Consistenze d'oro in tonnellate, 2000-22
Source WGC, latest data available are 2022


L’Unione Europea non è immune dalla “febbre dell’oro” . Dal 2000 al 2023 la Polonia ha più che triplicato le proprie riserve auree, passando da 102.8 tonnellate a 333.7. In aumento anche gli acquisti da parte di Repubblica Ceca e Ungheria, entrambe intenzionate a incrementare le proprie scorte di metallo giallo.

L’accumulo di oro da parte delle banche centrali consentirebbe loro di proteggersi da un’economia esasperata, dalle turbolenze dei conflitti in corso e dall’incertezza delle presidenziali statunitensi ormai alle porte. Nel corso del 2024 si prevede dunque che la strategia protezionistica adottata dalle banche continui a influenzare in modo determinante il prezzo dell’oro.

Il taglio dei tassi

Oltre agli acquisti delle banche centrali, alle sorti dei conflitti in corso e alle elezioni all’orizzonte, ci si aspetta che il ciclo di tagli della Federal Reserve giochi un ruolo decisivo nel prezzo dell’oro. Gli investitori si preparano infatti all’eventualità di una politica aggressiva in materia di tassi d’interesse, il cui taglio porta a una svalutazione della moneta nazionale e alla conseguente tendenza degli investitori a cercare un bene rifugio.

L’atteggiamento della Fed si è rivelato più prudente di quanto previsto, con il presidente Jerome Powell che ha definito il dato inflazionistico di marzo ancora troppo elevato per procedere al taglio. Le parole di Powell hanno raffreddato le aspettative dei mercati: di conseguenza, la domanda di oro fisico è rimasta stabile nonostante i tassi ancora elevati.

Marea macro #2: i venti contrari del dollaro USA potrebbero favorire l'oro

Gli analisti di Goldman Sachs prevedono un primo intervento a riduzione dei tassi a maggio, seguito da altri quattro nel corso dell’anno.
Con l’aumento del debito e il deterioramento fiscale già responsabili del declassamento del credito degli Stati Uniti, mentre i mercati osservano disillusi un taglio dei tassi più lontano e meno incisivo di quanto auspicato, lo scenario per il metallo giallo si preannuncia più che positivo.

Dal 1971 l’oro presenta una correlazione media negativa con il dollaro americano, pari a -0,37. Attualmente il dato rimane in linea con questa media storica. Considerato l’indebolimento della valuta statunitense prevista per il 2024, il prezzo dell’oro potrebbe essere soggetto a un incremento.

Prospettive dell'oro 2024 Scenari potenziali e intervalli di trading

La decentralizzazione del dollaro

Oltre alla coalizione BRICS, di cui abbiamo già parlato in modo approfondito, altri cambimenti nelle dimaniche del commercio globale sono in atto per garantire un’alternativa all’egemonia del dollaro.
A dicembre 2023 i governatori delle banche centrali di Iran e Russia hanno finalizzato un accordo per contrastare le sanzioni degli Stati Uniti. Questa intesa rappresenta un enorme cambiamento per gli scambi commerciali tra i due Paesi, le cui transazioni viaggeranno attraverso il rial e il rublo, le rispettive valute nazionali, aggirando il dollaro. Inoltre, l’adesione dell’Iran all’alleanza BRICS è prevista per il 2024.

Con il calo di fiducia nel dollaro la domanda di oro, da sempre considerato come una riserva di valore affidabile, potrebbe aumentare ulteriormente.

2024: cosa possiamo aspettarci dai mercati

E quindi: quali sono le aspettative legate al metallo giallo per il 2024?

Rivediamo come si sono conclusi gli ultimi anni: il 30 dicembre 2022 l’oro ha chiuso l’anno a 1.819,70 dollari per oncia; alla fine del 2023, la performance è stata di 2.062,40 dollari per oncia. In un solo anno, il prezzo dell’oro ha avuto un incremento del 13,3%.

Prevedere il suo andamento nei prossimi mesi non è semplice, ma possiamo analizzare i pronostici sul prezzo dell’oro elaborati da banche, esperti del settore e analisti finanziari.
Di seguito riassumiamo le principali previsioni e le fonti che le hanno ipotizzate:

  Fonte   Previsioni sull'oro nel 2024
  Bank of America    $ 2,400 entro la fine del 2024
  UBS Bank    $ 2,200 entro la fine del 2024
  Goldman Sachs   $ 2,133 entro la fine del 2024
  World Bank    $ 1,900 entro la fine del 2024
  Clitgroup    $ 2,400 entro la fine del 2024
  ING    $ 2,100 entro la fine del 2024
  Wells Fargo    $ 2,100-2,200 entro la fine del 2024
  Ronald Stoferie, Incrementum AG   $ 2,500 entro la fine del 2024
  Zach Scheidt, Rich Retirement Letter   $ 3,000 entro la fine del 2024
  Juerg Kiener, Swiss Asia Capital   $ 2,500 - 4000 entro la fine del 2024
  Robert Kiyosaki    $ 5,000 entro la fine del 2024

 

L’inflazione elevata e l’economia stagnante mantengono elevato il timore di una recessione, che potrebbe giocare un ruolo determinante per il prezzo dell'oro.
Nel 2022 si è verificata l’inversione della curva dei rendimenti Treasury USA a 10 e 2 anni; fattore che ha portato a prevedere una recessione che nel 2023 non si è verificata.

Il 4 dicembre 2023 il termometro economico segnalato dalla Federal Reserve offriva dati poco incoraggianti, con una probabilità di recessione nei 12 mesi successivi del 51,84%.
Se queste previsioni dovessero concretizzarsi, il prezzo dell’oro potrebbe salire con estrema rapidità.

Inversione della curva del rendimento

In conclusione, il 2024 porta con sé un’instabilità opprimente, alimentata dai conflitti in corso e dall’incognita delle elezioni USA di novembre.
I dubbi e le incertezze, alimentati dal dato inflazionistico elevato e dal debito mondiale in costante crescita, lasciano presagire che la sicurezza garantita dall'oro rimarrà allettante anche nei mesi a venire.

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Fonti: