Il panorama geopolitico e il cambio di paradigma

 

La scena politica ed economica attuale è in fermento, così come l'intero globo terrestre: ci stiamo preparando a un nuovo ordine mondiale? Inediti equilibri minacciano di sovvertire i vecchi; non si tratta di un'inversione magnetica tra Polo Nord e Polo Sud ma di cambiamenti senza precedenti che stanno infuenzando le economie mondiali. 

In questo articolo approfondiremo quali sono le cause storiche e finanziarie che potrebbero condurre alla sovversione del blocco USA - NATO, passando così da una situazione unipolare a una bipolare, che contrapporrebbe alle potenze occidentali un secondo blocco composto dai Paesi BRICS.

 

 

La conferenza di Bretton Woods

Facciamo un passo indietro: nel 1944, sul finire della Grande Guerra, i più influenti Paesi occidentali si sono riuniti nel New Hampshire - più precisamente proprio in un albergo di Bretton Woods - per definire le strategie e siglare gli accordi che avrebbero contrassegnato il panorama economico per gli anni a venire.

Gli accordi orbitavano attorno alla definizione di una politica monetaria con tassi di cambio stabili: l'oro è diventato così lo standard di riferimento e il dollaro l'unica valuta convertibile in metallo giallo, al cambio di 35 dollari l'oncia.

Con questo Gold Exchange Standard si è stabilita una forte interconnessione tra valute estere, dollaro e oro: le valute da quel momento si sarebbero ancorate al dollaro statunitense, mentre quest'ultimo si sarebbe ancorato a sua volta all'oro. Inoltre, le nazioni si sono impegnate a stabilizzare il tasso di cambio delle rispettive valute rispetto a un valore fisso e al dollaro, limitando le oscillazioni in rapporto all'USD.

 

Le riserve di oro e fine del trentennio di Bretton Woods

A partire dagli anni ‘60 le riserve di oro hanno iniziato a scarseggiare e ad arrancare di fronte alla sempre più crescente domanda globale: l'inizio della fine degli accordi di Bretton Woods.

Il 15 Agosto 1971 l'allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon ha pronunciato il discorso che avrebbe cambiato per sempre il panorama economico internazionale. Da quel momento il Gold Exchange Standard ha cessato di esistere e di conseguenza il dollaro non è più convertibile o rimborsabile in oro. Le cause che hanno portato al Nixon Shock - il nome con cui quella decisione epocale è passata alla storia - sono molteplici: durante il decennio precedente, infatti, gli ingenti costi della guerra in Vietnam avevano portato a un aumento importante del debito pubblico statunitense, e le riserve auree del Nord America - particolarmente ricche nel dopoguerra - erano state assaltate. Così, per evitare di attingere ulteriormente alle risorse di oro, gli Stati Uniti si sono visti costretti a ridurre le spese interne.

Attraverso questa netta manovra di svalutazione, Nixon ha cercato di rendere il dollaro nuovamente competitivo sul mercato: il calo del prezzo dei beni made in USA, infatti, ne avrebbe facilitato notevolmente l’esportabilità. Mentre l'economia americana ha ritrovato la stabilità, gli alleati occidentali si sono ritrovati a fronteggiare una situazione di cambi monetari instabile.

 

L’accordo Smithsonian

Sempre nel 1971 le dieci potenze più sviluppate del mondo (Stati Uniti, Paesi Bassi, Svezia, Italia, Giappone, Francia, Germania, Belgio, Regno Unito e Canada) si sono riunite per siglare una nuova intesa. Grazie all’accordo monetario di Smithsonian, definito dallo stesso Nixon “il più significativo nella storia del mondo”, l’attuazione di tassi liberamente fluttuanti ha permesso la svalutazione del dollaro.

Così, mentre le principali valute hanno potuto trarre sollievo da un riallineamento dei tassi di cambio, il prezzo dell’oro è passato da 35 a 38 USD/Oz. Gli Stati Uniti erano liberi dall’obbligo di scambiare dollari con oro.
A febbraio 1973 una nuova svalutazione del dollaro del 10% ha svalutato le manovre concordate allo Smithsonian Institute: l'era dei cambi flessibili inizia da qui.


La correlazione Dollaro e Oro: un rapporto mai interrotto

Nonostante Dollaro e Oro non siano più legati a doppio filo, la loro correlazione si mantiene tuttora viva. Nei momenti di prosperità economica si tende infatti ad apprezzare il dollaro statunitense; viceversa, a periodi di instabilità si accompagna solitamente una domanda maggiore di oro. Non c’è però nessuna regola che stabilisca che il rapporto tra i due asset debba essere necessariamente inverso. Ciò che è certo è che gli Stati Uniti, con il loro ruolo da protagonista nel panorama economico mondiale, non possono che esercitare una decisiva influenza sul bene rifugio per eccellenza.

 

Un nuovo ordine mondiale: l’avvento dei Paesi BRICS e la moneta R5

In opposizione all’egemonia statunitense i governi di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica premono per imporre il loro peso geopolitico. I Paesi BRICS, ai quali si aggiungeranno nuovi membri nel corso del 2024, rappresentano attualmente il 40% della popolazione e il 32% del PIL globale. L'obiettivo dei BRICS è senza dubbio quello di rompere il monopolio statunitense, abbandonando il dollaro come unica valuta di riferimento e andando a definire un nuovo assetto economico e politico mondiale istituendo una nuova moneta.

R5 sarebbe la nuova moneta BRICS pronta a sfidare il blocco occidentale: permetterebbe infatti un'indipendenza dal dollaro, soprattutto se ancorata alle terre rare. Questo è stato uno dei punti in agenda durante il vertice di Johannesburg che si è tenuto dal 22 al 24 agosto 2023.

Il nome R5 deriva dalle iniziali delle valute in vigone nei cinque paesi: Real, Rublo, Rupia, Renminbi e Rand. È probabile che la valuta sarà legata al valore dell'oro e si tratterebbe così di un clamoroso ritorno al Gold Standard. La sfida è chiara: "BRICS non è anti-occidentale" ha chiarito Anil Sooklal, ambasciatore del blocco, "non siamo neanche contrari al dollaro. Ciò che combattiamo è il continuo dominio del dollaro in termini di interazioni finanziarie globali".

 

Ma qual è il ruolo dell'oro in questo panorama?

Come si può facilmente concludere, l’era dell’oro è tutt’altro che conclusa.

Quando si cerca un’alternativa alle valute, è impossibile non pensare all’oro e alla sicurezza che da sempre rappresenta. Se la valuta R5 dovesse entrare nel mercato, lo sconvolgerebbe e potremmo assistere a un'inversione dei poli geopolitici internazionali. Nuovi protagonisti potrebbero farsi strada nella scacchiera globale, influenzando o addirittura sovvertendo i vecchi equilibri.

Nel frattempo l'oro sarà pronto a giocare il suo ruolo, sicuramente decisivo, in questo nuovo e quanto mai imprevedibile capitolo di storia.

 

Fonti: