Quella che si è appena conclusa è stata una settimana breve ma molto intensa. E nonostante ottobre sia stato il mese più tranquillo sui mercati, novembre si prospetta, al contrario, un mese particolarmente vivace: già nei giorni iniziali, infatti, si sono susseguiti annunci molto importanti. In primis il consueto meeting della FED a cui è seguita, poco dopo, la nomina da parte di Trump del sostituto di Janet Yellen. Successivamente la riforma fiscale (di cui girava solo una bozza di poche pagine) è stata presentata in via definitiva e in maniera dettagliata. Infine nella giornata di venerdì, per concludere la settimana in bellezza, saranno pubblicati i dati sul mercato del lavoro USA.

Sul fronte europeo gli avvenimenti di una certa rilevanza sono stati sicuramente meno numerosi, ma non certo meno importanti. Uno su tutti è quello rappresentato dalla crisi catalana che, giorno dopo giorno, sta prendendo una piega sempre più seria.

Tornando all’America, in breve: la FED ha lasciato inalterati i tassi d’interesse (come ampiamente previsto) e ha affermato che la crescita si prospetta solida (era stata invece descritta come “moderata” nel meeting precedente). L’inflazione rimane moderata.

Trump ha nominato Jerome Powell a capo della Banca centrale americana. Quest’ultimo è stato salutato positivamente dai mercati poiché tale nomina lascia presagire che la politica monetaria adottata finora dall’Istituto rimanga più o meno inalterata ed in linea con quella seguita finora da Yellen. Infine, per quanto riguarda la riforma fiscale, quest’ultima è stata depositata alla Camera e promette grandi sgravi per le aziende americane: l’aliquota societaria, ora al 35%, calerà al 20%; le multinazionali che hanno macinato enormi profitti all’estero potranno “rimpatriarli” pagando una tassa pari al 12% diluita in 8 anni. Il costo totale è stato stimato in circa 1500 miliardi di dollari per i primi 10 anni di applicazione. Ovviamente l’iter per l’approvazione è attualmente in corso e sebbene il Presidente voglia ottenere a tutti i costi il via libera entro la fine dell’anno non sono pochi sono gli scettici che ritengono la cosa altamente improbabile.

In Europa, come accennato, continua ad acuirsi la crisi catalana: la Spagna avrebbe chiesto un mandato d’arresto europeo per il leader Carles Puigdemont e per i 4 (ormai ex) ministri al suo seguito riparati in Belgio. Gli altri funzionari del governo catalano rimasti in Spagna sono invece già stati arrestati: rischiano fino a 30 anni di carcere. I mercati europei e l’euro non hanno accusato il colpo: l’ipotesi che la crisi spagnola contagi il resto d’Europa pare, al momento, un’ipotesi piuttosto remota.

 

Oro (XAUUSD)

L’oro ha oscillato tutta la settimana in un range molto ristretto (minimo a 1270 $/oz e massimo a 1284,5 $/oz, coincidente con il massimo delle ultime due settimane). Il metallo è stato principalmente sostenuto dalla debolezza del dollaro. La resistenza più importante si trova a 1283 $/oz mentre quella più vicina al prezzo odierno è a 1276 $/oz (che coincide con la media mobile a 100 giorni). Verso il basso, il supporto più importante è invece posto a 1260-1261 dollari l’oncia (media mobile a 200 giorni). Gli altri supporti si trovano a 1267 (livello in cui il prezzo si è consolidato per più sedute nelle ultime settimane) e a 1250-1251 $/oz.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Guardando al grafico settimanale, possiamo notare un tentativo di rientro nel trend ascendente (canale verde). Il tentativo, al momento, è stato respinto. Salvo un contagio in chiave anti-europea innescato dalla Catalogna, non paiono esserci all’orizzonte catalizzatori abbastanza forti da spingere le quotazioni al rialzo.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

In settimana l’argento è riuscito a bucare il trend discendente che persisteva da circa una ventina di giorni. Il minimo a 16,60 $/oz è stato interpretato come un “doppio minimo” ed ha dunque innescato un movimento tecnico al rialzo. Il range il cui metallo continua a muoversi rimane tuttavia molto ristretto e al momento non paiono esserci spunti né per un ulteriore rialzo né per ulteriori affondi. La resistenza più importante si trova a circa 17,20 $/oz e coincide con la media mobile a 200 giorni. Il supporto più vicino è invece posto a 17-17,05 $/oz. Il quadro tecnico è neutrale.

Grafico giornaliero XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Anche questa settimana il platino continua a seguire il trend ribassista iniziato versa la metà del mese scorso. Come per il resto del compartimento dei preziosi le quotazioni hanno subìto solo esigue variazioni. Se la discesa dovesse proseguire il primo supporto di una certa rilevanza si trova in area 915-916 $/oz. Verso l’alto, la resistenza è posta in area 935-936 $/oz

Grafico giornaliero XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Ennesima settimana positiva per il palladio che negli ultimi tempi continua a sovraperformare gli altri preziosi. Il metallo ha puntato al massimo relativo posto a 1005 $/oz ma è stato (almeno momentaneamente) respinto subito dopo aver toccato i 1004 dollari. Attualmente il prezzo si trova poco sotto i 1000 dollari, in area 997-998 $/oz. Il primo supporto si trova in area 980 $/oz (vedi trendline ascendente) mentre il secondo si trova in area 965-966 $/oz. L’outlook rimane positivo nel breve-medio termine.

 

Eurodollaro (EURUSD)


Settimana leggermente positiva per la valuta dell’eurozona che tuttavia recupera, solo in parte, le forti perdite generate nella scorsa settimana. Le quotazioni hanno testato i minimi relativi in area 1,16 e sono successivamente rimbalzate fino a toccare un massimo di 1,17. Le oscillazioni sono avvenute, come per i preziosi, in un range relativamente ristretto. Se si dovesse perdere il recente minimo ci sarebbe spazio per una discesa fino al prossimo supporto importante in area 1,15. Negli ultimi mesi la volatilità è molto stabile: da agosto ad oggi l’escursione delle quotazioni è stata pari al 3,15% (vedi grafico).

Grafico giornaliero EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

Per concludere

ORO

Resistenze

1280

1290 - 1310

Supporti

1260

1215 - 1225

 

ARGENTO

Resistenze

17,25

17,70

Supporti

15,60 - 16,15

16,65

 

PLATINO

Resistenze

1032

1045 - 1050

Supporti

960

980 - 986

 

PALLADIO

Resistenze

940

985 - 1000

Supporti

910 - 912

900

 

EURUSD

Resistenze

1,18 - 1,20

1,25

Supporti

1,15 - 1,16

1,175

 

Fonti: Bloomberg, Reuters, Commerzbank, Scotiabank, UBS.

Finito di redigere alle 14:30 di venerdì 3 novembre 2017.