Infatti, se volgiamo lo sguardo ai mercati, nel Venerdì nero europeo sono stati bruciati oltre 630 Miliardi di Dollari, mentre in tutto il mondo sono stati persi ben 2.000 Miliardi di Dollari. Ribassi record hanno colpito tutti i listini europei:

Milano

-12,48 %

Madrid

-12,35 %

Parigi

-8,04 %

Francoforte

-6,88 %

Londra

-2,94 %

Per non parlare della Sterlina, che contro Dollaro è tornata ai livelli del 1985, 1,32, con un crollo del 12%.

 

Contro Yen il deprezzamento è stato ancora più violento, raggiungendo il -16%.

 

Quello che è accaduto, infatti, ha spinto tutti gli investitori a cercare rifugio, muovendoli principalmente verso i titoli di stato decennali tedeschi e l’Oro; il Bund ha raggiunto il rendimento negativo storico di -0,17%, mentre il metallo giallo ha toccato un massimo di 1360 $/oz e circa 40 €/gr.

 

Questa situazione ha portato nei mercati la più totale incertezza. Infatti, non essendoci mai stato un precedente e rappresentando la Gran Bretagna uno dei pilastri dell’Unione, gli sconvolgimenti e le implicazioni derivanti da tale decisione sono quasi del tutto imprevedibili, sia dal punto di vista economico, sia politico. Un esempio è la possibilità paventata dalla Sturgeon, primo ministro scozzese, di un nuovo referendum per restare nell’Unione e lasciare la Gran Bretagna; strada che potrebbe essere intrapresa dall’Irlanda del Nord.

La Brexit potrebbe avere risvolti anche nella politica monetaria a stelle e strisce: la volontà di rialzo dei tassi, già più moderata rispetto all’inizio, potrebbe subire una battuta di arresto in conseguenza della decisione britannica, che rischia di portare forte volatilità ed incertezza nei mercati per molto tempo. Due anni, infatti, è l’orizzonte temporale massimo in cui i trattati cessano di essere applicabili. Tutto quello che accadrà all’interno di questo lasso di tempo rimane un mistero e i mercati risponderanno di conseguenza. Già adesso, però, possiamo notare come la volatilità, rappresentata dall’indice VIX, sia schizzata in alto da inizio Giugno in poi, passando da 13,60 punti agli attuali 26. Se prediamo in analisi, inoltre, la giornata di Venerdì, l’incremento è stato vertiginoso: +50% in un solo giorno.

 

Anche in ottica di accordi internazionali, non possiamo che dedurre che anche l’entrata in vigore del tanto famigerato TTIP potrebbe essere fortemente rallentata, se non bloccata, alla luce della riorganizzazione politico-economico dell’Area Euro. Infatti, questi saranno mesi intensi, in cui anche l’essenza stessa dell’Unione Europea dovrà essere messa obbligatoriamente in discussione, al fine di trovare una nuova strada, individuando la data del 24 Giugno 2016 come il punto di partenza per una nuova era, in cui si spera che questa valuta, sinonimo di unità e libera circolazione, si trasformi in una vera e propria Unione.

 

Metalli preziosi

L’andamento dell’oro è stato profondamente influenzato dall’evento Brexit, con un’oscillazione tra minimo e massimo di oltre 100 $/oz e in euro di 4,75 €/gr, raggiungendo i massimi sopra descritti di 1360 $/oz e di 40 €/gr.

Un incremento di portata più unica che rara, non diretto dalla domanda fisica per gioielleria, che nel primo trimestre dell’anno ha registrato un pesante -29%, condizionato sia dagli alti prezzi, sia da nuove tassazioni in India che hanno portato a numerosi scioperi tra i Gioiellieri che si sono tradotti in un ribasso del 56% nella domanda; ricordiamo che l’India rappresenta il primo consumatore al mondo di Gioielleria, con oltre 670 tonnellate consumate nel 2015. Quello che ha trainato la domanda di oro nel primo trimestre sono stati i fondi ETF, che hanno incrementato le quantità detenute di oro fisico di oltre 310 tonnellate, con un aumento del 1319%. Anche nel secondo trimestre segnano un incremento di oltre 165 tonnellate, confermando il trend di forte crescita.

 

Ma il dato che forse più di tutti mostra il buon momentum dell’oro, è quello relativo alle posizione nette lunghe aperte al Comex, che raggiungono il record storico di 33,4 Milioni di once. Il datoappare ancora più impressionante se teniamo conto che fa riferimento alla data del 21 Giugno, quindi ben prima della data del referendum Brexit. Ci aspettiamo, dunque, un sostanzioso incremento nel prossimo dato in uscita venerdì 1 Luglio.

 

Dal punto di vista tecnico, dopo essere uscito dal canale ribassista di medio periodo, l’oro resta al di sopra della media mobile a 50 periodi. L’obiettivo tecnico è la resistenza a 1385 $/oz, anche se il primo livello al rialzo è rappresentato dal massimo raggiunto il 24 Giugno a 1360 $/oz. Come accennato più volte, questa fase di mercato è fortemente caratterizzata da estrema volatilità, che ha generato un gap in apertura di oltre 15 Dollari: il mercato ha chiuso a 1303 e aperto a 1319. Questi gap spesso vengono colmati e quindi il prezzo potrebbe tornare a testare al ribasso quota 1300.

 

Anche il prezzo in Euro ha subito un forte incremento, superando i 1200 €/oz (38,60 €/gr) e toccando i 1245 €/oz (40 €/gr). L’aumento è stato più violento rispetto a quello in Dollari, dovuto principalmente all’indebolimento del cambio.

 

Analoga situazione vale per l’argento, che resta stabile sopra i 17 $/oz e che punta il superamento dei 18 $/oz. Come per l’oro, il gap in apertura tra 17,45 $/oz e 17,7 $/oz, potrebbe essere ricolmato al ribasso.

In ogni caso, questa situazione storica/economica/politica non ha precedenti e le regole del passato sono difficilmente applicabili al presente. Dunque, la regola che vige in questo momento in tutti i mercati è una sola: navigare a vista.

Raccomandiamo dunque la massima prudenza nel prendere posizioni a causa dell’elevata volatilità ed incertezza.