Settimana esuberante sui mercati finanziari spinti soprattutto dall’America: il Senato ha approvato il budget per il 2018 accrescendo così le possibilità che la tanto attesa riforma fiscale venga approvata. A ciò, si sono inoltre aggiunte le voci sulla possibile nomina di Jerome Powell a capo della FED. Trump avrebbe infatti incontrato nella giornata di giovedì i candidati in corsa per sostituire l’attuale presidente Janet Yellen. Oltre al già citato Powell (che al momento viene dato per favorito), gli altri in lizza sarebbero Gary Cohn (già consigliere economico della Casa Bianca), l’ex governatore della FED Kevin Warsh ed infine l’economista John Taylor (molto noto in ambito accademico essendo l’autore della famosa Taylor Rule, una formula matematica per determinare i tassi di interesse). Resta tra i “papabili” anche la stessa Yellen il cui mandato scade il febbraio prossimo.

Le voci sulla nomina di Powell, come anticipato, hanno spinto Wall Street al rialzo. Proprio nella giornata di giovedì le borse avevano fatto registrare forti perdite a seguito dei dati deludenti sul PIL cinese ma, a pochi minuti dalla chiusura, i listini sono repentinamente passati in territorio positivo. S&P500 è ormai prossimo al target che Goldman Sachs aveva fissato per il 2018, ossia 2600 punti (il massimo attuale è stato di 2574 punti). Bene anche le borse europee, con l’indice nostrano che sovraperforma gli altri principali indici europei (DAX, CAC40 e FTSE100) nonostante continui a persistere la situazione politica incerta riguardante la questione catalana.

Gli acquisti sugli azionari e le speculazioni sul prossimo numero uno della FED hanno spinto il dollaro al rialzo, soprattutto nei confronti dell’euro e dello yen giapponese. La forza del biglietto verde ha inoltre spinto al ribasso le quotazioni di oro e argento: i due metalli preziosi si sono praticamente rimangiati tutti i guadagni della settimana precedente.

Ora gli operatori sono quindi focalizzati sulla prossima mossa della BCE. L’Istituto di Francoforte si riunirà giovedì prossimo e annuncerà, molto probabilmente, un cambio di politica monetaria con la riduzione del QE: è probabile che gli acquisti mensili di asset passino dagli attuali 60 miliardi a 30 miliardi di euro. In ogni caso, secondo gli analisti, la BCE non escluderà un prolungamento del QE qualora i dati macro della zona euro non dovessero seguire il corso auspicato.

 

Oro (XAUUSD)

I guadagni della scorsa settimana sono stati quasi totalmente azzerati a causa del dollaro forte e dei nuovi record fatti segnare dai listini azionari americani ed europei. Il metallo si trova comunque ancora all’interno della parte inferiore del canale rialzista formatosi ad inizio mese. Vista la attuale forza dell’azionario e una forte propensione al rischio non sono da escludersi nuovi minimi nel corso delle prossime sedute. Un forte supporto lo si trova in area 1250 $/oz, mentre i successivi sono a 1210 e 1200 $/oz.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

L’argento anche questa settimana ha seguito pedissequamente il corso dell’oro. Il metallo è stato respinto dalla resistenza posta a 17,24 dollari l’oncia per poi appoggiarsi in area 17 dollari. Anche in questo caso a pesare sulla performance è il dollaro forte, che scoraggia dagli acquisti tutte le materie prime quotate con la valuta americana. L’area poco sotto i 17 dollari offre tuttavia un supporto molto forte: se il dollaro dovesse indebolirsi è probabile che il metallo possa salutare definitivamente questi livelli e puntare a nuovi massimi (18,25 e successivamente 18,70 $/oz).

Grafico giornaliero XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Dopo essere stato respinto in area 950 dollari l’oncia il metallo continua ad oscillare in un range ristretto di circa 25 dollari. In settimana il platino ha testato la parte bassa del canale ascendente formatosi nella prima settimana del mese e sembra continuare a mostrare segni di debolezza. Se il sopracitato canale dovesse venire bucato, i primi supporti si trovano a 910 $/oz e successivamente a 900 $/oz.

Grafico giornaliero XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Il palladio continua a sovraperformare gli altri preziosi. Sebbene la settimana non sia stata positiva le perdite sono state tuttavia limitate e le quotazioni non sembrano voler al momento cedere. Nel mirino ci sono sempre i recenti massimi a 1000 dollari l’oncia testati in settimana. Attualmente un buon supporto viene fornito dalla media mobile a 55 giorni (in area 930). Il successivo supporto si trova invece in area 910. L’outlook resta positivo nel breve-medio termine.

 

Eurodollaro (EURUSD)

Settimana negativa per l’euro spinto in basso dal dollaro. La moneta unica è tuttavia sempre vicino ai massimi attuali (1,20) e viene sostenuta nonostante l’incertezza politica che permane nell’eurozona. A questo punto il driver che potrebbe fornire una certa direzionalità alla valuta è la riunione della BCE in programma giovedì prossimo. A seconda delle decisioni di politica monetaria che verranno annunciate dal numero uno Mario Draghi gli operatori potrebbero decidere di spingere le quotazioni sopra i massimi di periodo. Se ciò dovesse verificarsi è verosimile che a ciò segua una forte volatilità.

Grafico giornaliero EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

Per concludere

ORO

Resistenze

1280

1290 - 1310

Supporti

1260

1215 - 1225

 

ARGENTO

Resistenze

17,25

17,70

Supporti

15,60 - 16,15

16,65

 

PLATINO

Resistenze

1032

1045 - 1050

Supporti

960

980 - 986

 

PALLADIO

Resistenze

940

985 - 1000

Supporti

910 - 912

900

 

EURUSD

Resistenze

1,18 - 1,20

1,25

Supporti

1,15 - 1,16

1,175

 

 

Fonti: Bloomberg, Commerzbank, Reuters, UBS, MilanoFinanza.

Finito di redigere alle 16 di venerdì 20 ottobre 2017.