Settimana turbolenta sui mercati finanziari. In Arabia Saudita, l’arresto di 11 principi, 4 ministri e diversi imprenditori (accusati di corruzione) ha causato un’ondata di panico creando forte volatilità su tutte le principali borse del Golfo. Le forti vendite – Bloomberg parla di circa 18 miliardi di dollari – hanno interessato i listini azionari ma sono state “tamponate” dagli interventi di alcuni fondi statali. Gli sviluppi geopolitici nella Regione (ricordiamo le recenti tensioni tra la coalizione guidata dall’Arabia Saudita e il vicino Qatar, accusato di appoggiare il terrorismo internazionale) stanno preoccupando diversi investitori che avrebbero già provveduto a disinvestire importanti somme di denaro per trasferirle in porti più sicuri. Riyadh – appoggiata da Stati Uniti e Israele – sembrerebbe inoltre voler riaccendere il confronto con l’Iran, passando prima dal Libano, uno dei principali alleati di Teheran. Le sopraccitate vicissitudini hanno dunque spinto gli operatori a prendere profitto, visti anche i livelli record sui quali sono appollaiati da diverso tempo i listini mondiali. Le prime “scosse” si sono verificate giovedì in Giappone, quando l’indice Topix ha perso l’1,5% (salvo poi recuperare parzialmente in chiusura). Male anche il Nikkei, che con una perdita dello 0,8% fa segnare la peggiore performance da due mesi a questa parte. A detta di diversi analisti il recente rally nell’azionario giapponese si è verificato troppo velocemente, dunque una certa cautela – arrivati a questo punto – è più che lecita. Le ripercussioni di tale volatilità hanno interessato anche i listini europei e quelli Oltreoceano, i quali, tuttavia permangono a livelli elevati nonostante a pesare ci sia anche l’ulteriore fase di stallo nei rapporti diplomatici e commerciali tra UE e UK.

In America è la riforma fiscale promossa da Trump a gettare ulteriore benzina sul fuoco. Secondo alcune fonti l’implementazione della riforma non avverrà in tempi brevi, o comunque quasi sicuramente non vedrà il via libera durante l’anno in corso. Il clima di incertezza ha quindi spinto gli acquisti sul compartimento dei metalli preziosi che si apprestano a chiudere la settimana col segno positivo. Tra questi spicca sicuramente il palladio che sfonda con decisione il muro dei 1000 $/oz e tocca nuovi massimi. Ottima performance anche per l’oro e per l’argento: il primo ha toccato i 1290 $/oz mentre il secondo, che si è portato fino a quota 17,23, sembra esser uscito dal recente trend ribassista. Bene anche il platino le cui quotazioni, sebbene ancora assai distanti da quelle del palladio, hanno raggiunto i 937 $/oz dopo aver rimbalzato vigorosamente dai recenti minimi in area 910-915 $/oz. A concludere la settimana in territorio positivo anche la coppia euro-dollaro che nella tarda mattinata di venerdì scambia a circa 1,1640.

 

Oro (XAUUSD)

L’oro, dopo la performance abbastanza piatta della scorsa settimana, ha recuperato forza sulla scia delle recenti tensioni geopolitiche in Medioriente. A spingere ulteriormente gli acquisti è stata sicuramente anche la debolezza del dollaro, penalizzato dal clima di incertezza che aleggia attorno ai tempi di implementazione della riforma fiscale voluta dal governo Trump. Il metallo, già nella sessione di mercoledì, sembra aver rotto la trendline ribassista partita il 24 ottobre. A conferma di ciò il forte movimento al rialzo avvenuto nella giornata seguente (vedi grafico). Nel mirino, qualora venisse superata la resistenza posta attorno ai 1290 $/oz, troviamo i 1300 dollari ed in seguito i 1350.Iil supporto più importante rimane in area 1260-1261 dollari l’oncia (media mobile a 200 giorni) e prima ancora in area 1267-1270 $/oz.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Anche sul grafico settimanale il quadro appare costruttivo. Il trend ribassista di medio-termine sembra esser giunto al termine. L’outlook, se l’incertezza sui mercati dovesse continuare, è positivo.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

Anche per l’argento la settimana va a concludersi positivamente. Il minimo a 16,60 $/oz - interpretato dagli operatori come un “doppio minimo” – ha sostenuto le quotazioni al rialzo, sebbene gli “orsi” abbiano provato in almeno due occasioni a spingere violentemente il prezzo nel range primario ribassista. Il metallo non riesce tuttavia a distaccarsi dal range 16,60 – 17,20 in cui, negli ultimi due mesi, oscillano le quotazioni. La resistenza più importante continua ad essere rappresentata dai 17,20 $/oz e coincide all’incirca con la media mobile a 200 giorni. Il supporto più vicino è invece posto a 16,80 $/oz e successivamente il minimo relativo a 16,60 $/oz. L’outlook è neutrale-positivo.

Grafico giornaliero XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Questa settimana il platino inverte il trend ribassista e si accoda in scia agli altri preziosi, aiutato dai prezzi relativamente bassi su cui si è appoggiato nelle ultime settimane. A far ben sperare i rialzisti è la rottura della resistenza in area 935 $/oz. Se confermato, tale movimento potrebbe portare il metallo a un test del massimo relativo a quota 950 $/oz. Al contrario, se il trend dovesse invertire nuovamente, il primo forte supporto è posta in area 915-916 $/oz e quello successivo in area 910 $/oz.

Grafico giornaliero XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Il metallo continua a brillare anche questa settimana. Infatti, il forte ostacolo psicologico rappresentato dai 1000 dollari l’oncia è stato bucato facendo toccare alle quotazioni un massimo di 1030 $/oz. Sul grafico (vedi freccia rossa) possiamo notare la forte spinta rialzista che ha innescato il movimento verso nuovi record. Ora è possibile – almeno sul brevissimo termine – che si verifichino alcune prese di profitto da parte degli speculatori e l’apertura di posizioni corte come copertura da parte dei produttori. La resistenza a 1000 dollari diventa ora supporto. Quella successiva si trova in area 997-998 $/oz. L’outlook continua a rimanere positivo nel breve-medio termine.

Grafico giornaliero palladio (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

La settimana va a chiudersi positivamente per la valuta dell’eurozona. Il cambio, che viaggia a quota 1,16, non ha tuttavia ancora recuperato le forti perdite generate nelle ultime due settimane. Il range continua a rimanere relativamente ristretto in mancanza di driver che possano imprimere una certa direzionalità. La performance positiva è stata influenzata dal dollaro debole più che dalla forza dell’euro. Se si dovesse perdere il recente minimo ci sarebbe spazio per una discesa fino al prossimo supporto importante in area 1,15. Verso l’alto, le principali resistenze sono 1,18, 1,19 ed infine il massimo a 1,20.

Grafico giornaliero EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

Per concludere

ORO

Resistenze

1285

1290 - 1310

Supporti

1280

1265 - 1270

 

ARGENTO

Resistenze

17,25

17,70

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

950

960

Supporti

930

910 - 920

 

PALLADIO

Resistenze

1030

1050

Supporti

980

1000

 

EURUSD

Resistenze

1,18 - 1,20

1,25

Supporti

1,15 - 1,16

1,175

 

 

Fonti: Bloomberg, Reuters, ISPI, Commerzbank, UBS.

Finito di redigere alle 14:30 di venerdì 10 novembre 2017.