La settimana è stata relativamente tranquilla sui mercati finanziari complice la massiccia iniezione di liquidità da parte della Cina: come riportato da diverse fonti, la Banca centrale cinese avrebbe iniettato circa 50 miliardi di dollari nel sistema finanziario (la più importante immissione per importanza dal 18 gennaio scorso). Tale decisione è stata presa, scrive MilanoFinanza, dopo un balzo del 4% del “benchmark sui rendimenti a 10 anni per la prima volta negli ultimi tre anni”.

Dunque, sebbene i mercati finanziari stiano iniziando a dare alcuni segnali preoccupanti, gli interventi delle Banche centrali – non solo in Oriente – continuano a fornire una certa tranquillità agli operatori: i listini americani viaggiano sempre sui massimi storici e i cosiddetti sell-off vengono prontamente recuperati. La situazione geopolitica in Medioriente e quella in Corea del Nord paiono essere un ricordo lontano, nonostante le tensioni non accennino a scemare. Emblematica, a questo proposito, la price-action del metallo giallo. Durante l’ultimo giorno di contrattazioni della scorsa settimana sono stati venduti futures per un valore nominale di 4 miliardi di dollari in poco meno di 10 minuti: un’operazione abbastanza controversa effettuata a ridosso di una situazione geopolitica delicata come quella che si sta appunto profilando negli ultimi giorni.

Nella mattinata di venerdì a rassicurare ulteriormente i mercati è stato l’intervento di Mario Draghi. Il numero uno della BCE ha affermato che la crescita a livello europeo si presenta solida e costante. Tuttavia, la ripresa “non è ancora in grado di sostenersi da sola”. E dunque gli stimoli monetari appaiono ancora necessari. Il governatore dell’Istituto ha inoltre difeso a spada tratta la recente politica sui tassi di interesse, spiegando che “se i bassi tassi dovessero avere un qualsiasi impatto negativo sui margini, in futuro, queste conseguenze comunque verrebbero largamente compensate dagli effetti positivi degli stimoli monetari sui principali componenti della redditività, come sulla qualità dei prestiti e, dunque, sugli accantonamenti per le perdite sui prestiti”. Infine Draghi ha sottolineato come il PIL dell’Eurozona sia cresciuto ininterrottamente per 18 trimestri, sintomo che l’operato della BCE sta iniziando a sortire gli effetti auspicati.

Sui mercati i movimenti, nonostante vi sia stato un aumento della volatilità, sono stati abbastanza esigui. I preziosi hanno continuato ad oscillare in un range ristretto, faticando a cavalcare il momentum rialzista partito la scorsa settimana.

 

Oro (XAUUSD)

Nonostante la scorsa settimana l’oro sia riuscito a rompere una trendline ribassista che lo proiettava in area 1250 $/oz, lo slancio verso l’alto è stato smorzato. Come detto poco sopra, ad affossare il prezzo è stata la vendita, nella giornata di venerdì, di circa 4 miliardi di dollari di contratti. Attualmente il metallo si muove in un range ristretto (1270 – 1290). Rimangono pertanto validi i livelli segnalati la scorsa settimana. Nel mirino, qualora venisse superata la resistenza posta attorno ai 1290 $/oz, troviamo i 1300 dollari ed in seguito i 1350. Il supporto più importante rimane in area 1260-1261 dollari l’oncia (media mobile a 200 giorni) e prima ancora in area 1267-1270 $/oz. I segnali, dai mercati, sono contrastanti: sebbene vi siano alcuni fattori che sostengono il prezzo (incertezza geopolitica, incertezza riguardo la riforma fiscale americana) ve ne sono altrettanti che deprimono le quotazioni (vedi rialzo dei tassi di interesse in programma a dicembre da parte della FED).

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Sul settimanale il quadro rimane comunque costruttivo. Il trend ribassista di medio-termine sembra esser giunto al termine. L’outlook di lungo periodo, se l’incertezza sui mercati dovesse continuare, è positivo. Più incerto quello di breve-medio termine.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

Settimana relativamente piatta anche per l’argento. Il minimo in area 16,60 16,80 $/oz - interpretato dagli operatori come un “doppio minimo” – continua a sostenere le quotazioni. Il metallo, come già sottolineato lo scorso report settimanale, non riesce tuttavia a distaccarsi dal range 16,60 – 17,20 in cui, negli ultimi due mesi, si sono mosse le quotazioni. Peggiorano i fondamentali: la produzione è quasi a livelli record (quest’anno si prevedono livelli inferiori solo al record produttivo del 2015). Domanda in diminuzione, sia per investimento, sia a livello industriale. La resistenza più importante continua ad essere rappresentata dai 17,20 $/oz e coincide all’incirca con la media mobile a 200 giorni. Il supporto più vicino è invece posto a 16,80 $/oz e successivamente il minimo relativo a 16,60 $/oz. L’outlook è neutrale-negativo.

Grafico giornaliero XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Come gli altri preziosi, il platino è rimasto sui livelli della scorsa settimana e fatica a trovare slancio. La resistenza in area 935 $/oz, rotta nei giorni precedenti, continua a fare da attrattore per le quotazioni. In caso di rottura verso l’alto, il prezzo potrebbe puntare ad un ri-test del massimo relativo a quota 950 $/oz. Al contrario, se il trend dovesse perdere forza, il primo forte supporto è posta in area 915-916 $/oz e quello successivo in area 910 $/oz.

Grafico giornaliero XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Il metallo si sta consolidando attorno ai mille dollari l’oncia. Il prezzo è stato respinto dai recenti massimi in area 1025-1030, in seguito alle prese di profitto degli operatori. La resistenza a 1000 dollari diventa ora supporto. Quella successiva si trova in area 997-998 $/oz e successivamente in area 980 $/oz. L’outlook continua a rimanere positivo nel breve-medio termine.

Grafico giornaliero palladio (principali supporti e resistenze)

 

 

EURODOLLARO (EURUSD)

Seconda settimana positiva per la valuta dell’eurozona. Il cambio, che ora viaggia a quota 1,18, sta recuperando le forti perdite generate nelle settimane precedenti. Lo slancio rialzista è stato innescato dall’incertezza riguardante la riforma fiscale americana e dalla chiusura di posizioni ribassiste in ottica di profit-taking. Al momento il cambio ha bucato al rialzo il canale ribassista nel quale era costretto da fine settembre – inizio ottobre. Verso l’alto, le principali resistenze sono 1,18, 1,19 ed infine il massimo a 1,20.

Grafico giornaliero EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

Per concludere

ORO

Resistenze

1285

1290 - 1310

Supporti

1280

1265 - 1270

 

ARGENTO

Resistenze

17,25

17,70

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

950

960

Supporti

930

910 - 920

 

PALLADIO

Resistenze

1030

1050

Supporti

980

1000

 

EURUSD

Resistenze

1,18 - 1,20

1,25

Supporti

1,15 - 1,16

1,175

 

Fonti: Bloomberg, Reuters, GFMS, MilanoFinanza, UBS.

Finito di redigere alle 14:30 di venerdì 17 novembre 2017.