Mercati poco volatili questa settimana nonostante venerdì abbia avuto luogo l’ennesimo test missilistico da parte della Corea del Nord. Il lancio, che ha visto un missile a medio raggio sorvolare ancora una volta i cieli giapponesi sopra Hokkaido, ha destato poca preoccupazione tra gli operatori, ultimamente assuefatti alle crescenti tensioni geopolitiche.

Neppure i dati sull’economia cinese – che mostrano un lieve rallentamento – hanno impedito agli indici azionari di segnare nuovi record con l’S&P500 ormai prossimo a quota 2500 punti (ricordiamo che il target previsto ad inizio anno dagli analisti era di 2300 punti, ossia 200 punti dai livelli odierni). Gli operatori hanno probabilmente preferito guardare ai recenti dati americani sull’inflazione che suggeriscono un possibile ulteriore aumento dei tassi d’interesse entro fine anno e quindi una buona tenuta dell’economia a stelle e strisce. I cosiddetti safe haven asset, oro e yen giapponese su tutti, non hanno quindi beneficiato dell’escalation tra USA e Corea: dopo una prima modesta reazione alla notizia del test sono stati entrambi interessati da forti vendite. Tra i due, ad esser stato colpito maggiormente dagli ordini sell è stato lo yen (-0,9%) spinto a quota 111 sul dollaro. La performance di questa settimana della moneta giapponese è stata la peggiore negli ultimi 10 mesi. Speculare invece la performance del dollaro: quest’ultimo sta vivendo il suo miglior momento da aprile, spinto dalle rinate aspettative sui rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve.

Infine, tra le valute maggiormente interessate dagli acquisti questa settimana spicca la sterlina inglese: anche in questo caso i dati incoraggianti sull’inflazione hanno sostenuto la fiducia degli operatori su un rialzo dei tassi d’interesse soprattutto alla luce delle affermazioni fatte dal membro della commissione sulla politica monetaria (MPC) della Banca d’Inghilterra Gertjan Vlieghe. La valuta ha toccato quota 1,36 sul dollaro, il valore più alto da giugno 2016.

Anche l’euro continua ad aver la meglio sul dollaro: in settimana il minimo relativo in zona 1,18 è stato prontamente assorbito riportando la valuta dell’eurozona in area 1,20.

 

Oro (XAUUSD)

Il prezzo ha ritracciato dai massimi recenti e non è stato sorretto dalle continue tensioni geopolitiche. Ad indebolire ulteriormente il metallo giallo è la ritrovata forza del dollaro a seguito dei dati sull’inflazione pubblicati giovedì 14 settembre. Da notare la forte correlazione con lo yen giapponese: entrambi gli asset sono stati fortemente penalizzati questa settimana. L’outlook è ancora positivo: sebbene sia stato respinto dalla forte resistenza a 1350 dollari l’oncia, il metallo ha una buona sui 1310 dollari e in area 1300. E’ probabile un ritest dei recenti massimi a 1350 $/oz: se bucati, le prossime resistenze si incontrano a 1375 $/oz e a 1400-1410 $/oz.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Come segnato nel grafico sottostante, la media mobile a 20 giorni sta continuando ad offrire un ottimo supporto al prezzo del metallo.

Grafico giornaliero XAUUSD

 

Argento (XAGUSD)

Anche per l’argento l’outlook rimane positivo: il metallo continua a rimanere attorno alla 200 mensile a 18,10 dollari l’oncia. Un primo tentativo di sfondamento dei 18,40 $/oz si è rivelato infruttuoso, tuttavia il metallo – così come l’oro – ha recentemente creato dei supporti molto solidi. Il primo di essi è rappresentato dai 17,30 $/oz mentre il secondo si trova 20 centesimi più in basso a 17,10 $/oz (mentre la media mobile a 55 giorni è in area 16,90 $/oz.

Grafico settimanale XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Dopo due settimane di continui guadagni il platino è stato, tra i preziosi, quello maggiormente colpito dalle vendite. Sebbene la scorsa settimana il metallo si era lasciato alle spalle la forte resistenza psicologica dei 1000 dollari l’oncia il test in area 1030 $ ha respinto violentemente il prezzo sul primo supporto a 972 $/oz (vedi grafico sottostante). La recente discesa ha inoltre fatto fuoriuscire il prezzo dal canale rialzista formatosi da metà luglio. Al momento il supporto più vicino si trova a 896 $/oz mentre il secondo è 6 dollari più in basso a in area 890 $/oz (minimi di dicembre 2016).

Grafico XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

La battuta d’arresto della scorsa settimana è stata seguita, in quella recente, da una discesa in area 920 $/oz. Tale fase potrebbe essere vista come un periodo di consolidamento prima di un ulteriore ritest dei massimi. I supporti più vicini si trovano in area 910-915 (massimi del 2014) e successivamente in area 880 $/oz e 840-850 $/oz. I fondamentali, come già anticipato nello scorso report settimanale, continuano ad essere supportivi (crescente domanda di metallo fisico a fronte di scarsa offerta).

Grafico XPDUSD (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Il cambio continua a rimanere incastrato nel range 1,19 -1,20. Nonostante la settimana abbia visto un dollaro in gran spolvero, l’euro continua a mantenere un outlook positivo rispetto al biglietto verde. È probabile un ritest dei massimi in area 1,20 che, se superato, potrebbe spingere la moneta dell’eurozona fino a 1,25. I primi forti supporti si trovano a 1,1830 e successivamente a 1,1750. Seguono quelli in area 1,16 e 1,15.

Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

Per concludere

ORO

Resistenze

1350

1375-1380

Supporti

1295

1270

 

ARGENTO

Resistenze

18,15

18,70

Supporti

16,60- 16,80

17,10

 

PLATINO

Resistenze

1032

1045,1050

Supporti

960

980-986

 

PALLADIO

Resistenze

1000

1110

Supporti

915-925

950

 

EURUSD

Resistenze

1,20

1,25

Supporti

1,15

1,18

 

Fonti: Bloomberg, Commerzbank, MPS Capital Services, Mitsubishi Corporation International, UBS.

Finito di redigere alle 16:30 di venerdì 15 settembre 2017.