Anche la seconda settimana di contrattazioni del 2018 prosegue all’insegna dell’euforia. Il rally sui listini azionari non accenna a perdere forza, complice la debolezza del dollaro che viaggia sui minimi di periodo rispetto a yen giapponese ed euro. Quest’ultimo ha guadagnato ulteriore terreno nei confronti del biglietto verde a seguito delle minute della BCE pubblicate giovedì aventi oggetto i temi affrontati nell’ultima riunione di dicembre del Consiglio direttivo. Tale pubblicazione ha sorpreso i mercati poiché è emersa, tra i membri del board, la volontà di rivedere la cosiddetta forward guidance: sebbene il comunicato sia stato piuttosto vago e generico gli operatori hanno interpretato il messaggio traducendolo in una politica monetaria meno espansiva di quella adottata finora. L’Istituto con sede a Francoforte ha comunque ribadito una exit strategy dal QE molto graduale, rassicurando ancora una volta i mercati. Sempre nella giornata di giovedì si è tenuto il discorso del presidente della FED di New York Bill Dudley. Il numero uno della più importante banca regionale americana ha evidenziato i rischi di un possibile surriscaldamento dell’economia americana per gli anni a venire e ha dunque sostenuto la necessità di procedere con i rialzi dei tassi, seppur – quasi inutile specificarlo - in maniera graduale. Dudley si è detto inoltre preoccupato per le valutazioni attuali degli asset azionari, che ha descritto come “elevate”. Ciononostante il presidente ha voluto (come da prassi) tranquillizzare gli operatori e ha quindi aggiunto che, a differenza della scorsa crisi finanziaria, una correzione significante al ribasso non avrebbe gli effetti devastanti che ebbe gli scorsi anni. I listini hanno colto la palla al balzo per schizzare verso nuovi record nonostante il forte livello di iper-comprato (RSI) che in alcuni casi (vedi Dow Jones) ha raggiunto livelli identici a quelli precedenti il 1929. E a nulla sono valsi li ammonimenti circa la necessità, da parte della FED, di dover “premere il freno” con più vigore: il dollaro, anziché rafforzarsi, è stato oggetto di marcate vendite. I listini europei sono stati dunque penalizzati dall’esuberanza della moneta unica che attualmente viaggia a quota 1,21 sul dollaro: un record da 4 anni a questa parte.

Nella mattinata di venerdì è inoltre giunta alle agenzie stampa la notizia che gli accordi per un governo di coalizione in Germania hanno finalmente preso il via. Paradossalmente a festeggiare sono stati ancora una volta i listini americani dato che la reazione più forte, a livello europeo, si è fatta sentire sull’euro, in ulteriore rafforzamento nei confronti del dollaro. Ottima performance per lo yen giapponese e i preziosi i quali – nonostante i buoni dati macroeconomici e politici – continuano a segnare rialzi su rialzi.

 

Oro (XAUUSD)

La persistente debolezza del dollaro (con un Dollar Index prossimo ai minimi di settembre) spinge al rialzo per la terza settimana consecutiva le quotazioni dell’oro. Il metallo giallo è sempre più vicino ai livelli pre - elettorali americani quando, sulla scia del nervosismo in attesa dei risultati, aveva toccato un picco di 1357,45 dollari l’oncia. Il rally degli ultimi 10 giorni coinvolge (lo ribadiamo) tutto il compartimento delle materie prime, in particolar modo petrolio e gas (due commodity particolarmente legate al prezzo dei metalli essendo la componente energetica una grossa fetta di spesa per l’estrazione mineraria). Le resistenze verso l’alto restano quelle della scorsa settimana, ossia: area 1330 $/oz e successivamente l’area tra i 1350 e i 1360 $/oz. I supporti sono invece localizzati in area 1290-1300 $/oz e successivamente a 1250 $/oz.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Sul grafico settimanale il quadro generale denota una grande forza e si appresta a raggiungere la trendline discendente (linea verde, a circa 1355 $/oz) già evidenziata nelle scorse settimane. Quest’ultima rappresenta un forte ostacolo da superare e saranno necessari forti driver rialzisti affinché il metallo superi con decisione tale barriera. Al momento, tuttavia, non paiono esserci all’orizzonte particolari “trigger” tali da innescare ulteriori rally.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

Il metallo segue in scia l’oro sebbene con meno vigore. Il canale in cui è intrappolato il prezzo da mesi (15 dollari in basso e 17 in alto) parrebbe essere abbastanza resistente da non offrire alcuno spunto né verso l’alto né verso il basso. Tuttavia va notato che il metallo è uscito con una certa forza dal canale ribassista secondario e ha testato la trendline principale (linea rossa) che tiene le quotazioni sotto pressione dal giugno scorso. L’outlook continua ad essere moderatamente positivo sebbene, così come per l’oro, l’assenza di forti driver rialzisti potrebbe far affievolire la recente spinta verso l’alto.

Grafico settimanale XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Quinta settimana consecutiva di guadagni per il platino che a poco a poco riaccorcia le distanze col palladio guadagnando circa 100 dollari l’oncia in poco più di un mese. Il metallo, che oscilla nella giornata di venerdì poco sotto i 1000 $/oz, sembra aver definitivamente segnato i minimi di periodo a 890 $/oz. Il quadro è ora molto positivo, soprattutto alla luce dei dati macroeconomici provenienti da Oriente: se infatti la Cina prevede un consumo pressoché identico a quello del 2017 (- 3% sul 2016), l’India stima una crescita della domanda di circa il 20% rispetto allo scorso anno. Fondamentali saranno i dati sul settore automobilistico. Se è vero che platino e palladio possono essere per certi versi intercambiabili nella costruzione di catalizzatori, è altresì vero che tali cambiamenti richiederanno presumibilmente parecchio tempo, soprattutto alla luce degli iter burocratici riguardanti l’approvazione dei nuovi standard costruttivi.

Grafico settimanale XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Dopo aver sfiorato in settimana i 1120 dollari l’oncia il palladio prende fiato. Il prezzo del metallo è a livelli record (pur avendo guadagnato un 55% nel 2017) spinto da una forte e persistente domanda. Come illustrato in precedenza, a sostenere le quotazioni sono stati e sono tuttora i fondamentali: gli ultimi dati sulle immatricolazioni di auto – riguardanti i mercati americani ed europei, nonché cinesi - sono stati molto positivi (BMW ha fatto registrare un record di vendite nel 2017 e FCA saluta il 2018 annunciando investimenti in USA per oltre 1 miliardo di dollari). Da notare come nel solo mese di dicembre 2017 le scorte di palladio nei magazzini monitorati dal NYMEX sono calate di un impressionante 20%, indice di consumi molto forti. Se lo sbilanciamento domanda – offerta dovesse persistere pure nel 2018 non sono da escludere ulteriori record.

Grafico settimanale palladio (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

La moneta unica continua a guadagnare terreno nei confronti del dollaro e avanza la sua corsa verso nuovi record. A sostenere l’andamento del cambio sono state prima le minute diramate giovedì dalla BCE (che dagli operatori sono state lette in chiave rialzista) e successivamente gli appianamenti nella politica tedesca dove i lavori per la formazione del nuovo governo hanno preso ufficialmente il via. Al momento, l’atteggiamento attendista e quasi incerto della FED circa i prossimi rialzi dei tassi non convince i mercati che continuano a preferire l’euro al dollaro.

Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

In breve

ORO

Resistenze

1335 - 1350

1375

Supporti

1235 - 1250

1290 - 1300

 

ARGENTO

Resistenze

17,25

17,70

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

990

1010 - 1045

Supporti

890

910 - 915

 

PALLADIO

Resistenze

1100

1120 - 1150

Supporti

960

985 -1000

 

EURUSD

Resistenze

1,21 – 1,22

1,25

Supporti

1,1850

1,19

Fonti: Commerzbank, Bloomberg, Thomson Reuters, UBS, BoFA.

 

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