L’oro sta assumendo da alcuni mesi un trend pressoché piatto.

Come mai - nonostante la crisi geopolitica in atto - il metallo giallo si trova in stasi?

La causa sarebbe da ricondurre al renminbi più debole in questo trimestre. Debolezza, questa, a sua volta influenzata dalle misure di lockdown imposte all’economia cinese.

 

Fonte: quotazione oro su semestre, Il Sole 24 Ore

 

In seguito ai lockdown cinesi, le vendite di gioielli hanno registrato un ribasso del 30% anno su anno (fonte: milanofinanza.it), impattando sulla domanda spot di oro. In questo contesto, inoltre, la Banca Centrale Cinese è intervenuta per alleggerire le condizioni finanziarie, permettendo un deprezzamento del renminbi: con la caduta di questo, il prezzo del metallo giallo è andato ancora più giù.

Il renminbi infatti funge da proxy per la domanda complessiva di metallo giallo: la quota cinese media sugli acquisti globali del metallo giallo è del 33% e la quota di consumatori asiatici, le cui valute sono influenzate dal renminbi, è del 70% circa (fonte: milanofinanza.it).

Andamento del prezzo dell'oro: la previsione di Goldman Sachs

Nell’ultimo report di Goldman Sachs, gli analisti hanno redatto una previsione sull’andamento del prezzo dell’oro secondo la quale il metallo giallo sarebbe destinato a raggiungere i 2500 dollari l’oncia entro fine anno.

In particolare, l’aumento sarebbe così distribuito:

150 dollari di aumento sono da ricondurre all’”effetto ricchezza”

Nei periodi di forte apprezzamento del dollaro, il metallo giallo tenderebbe, secondo gli analisti, ad assumere un trend inizialmente al ribasso per poi “rimbalzare”, anche se la divisa americana rimane forte. Secondo Goldman Sachs l’“effetto ricchezza” è un buon momento per acquistare oro.  

400 dollari di incremento legato all’effetto paura  

L’attuale scenario sarebbe molto simile a quanto accaduto nel primo semestre 2018-2019 quando alla svendita iniziale di metallo giallo - sviluppatasi a seguito dello shock commerciale Usa-Cina e all'aumento dei costi dell’energia con prezzo dell’oro mosso al ribasso contestualmente al renminbi - avrebbe fatto seguito una seconda parte dell’anno quando rallentamento della crescita Usa, politiche Fed e minori rischi di guerra commerciale hanno generato un’inversione di tendenza, che ha portato l’oro a raggiungere nuovi massimi ad inizio 2019.

150 dollari all’incremento di domanda da parte delle Banche Centrali

Senza considerare gli acquisti russi, la domanda delle Banche centrali stimata nel primo trimestre dell’anno è di 84 tonnellate di oro. Secondo Goldman Sachs il target delle 750 tonnellate in un anno è dunque fattibile.

“Manteniamo, quindi, la nostra previsione al rialzo sulla materia prima, ma prevediamo un ritardo nell’aumento del prezzo. Rivediamo le nostre stime a 3, 6 e 12 mesi a 2.100, 2.300 dollari e 2.500 dollari l’oncia, da 2.300, 2.500 e 2.500 dollari l’oncia”, indicano gli esperti di Goldman Sachs.

 

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