Il 2 novembre 2022 la disposizione Fed di incremento tassi di altri 75 punti base ha innescato una progressiva flessione nel prezzo dell’oro portandolo a toccare, in data 4 novembre, i 1673 $/oz. Successivamente, poco prima delle elezioni midterm USA, il metallo giallo ha subito un lieve incremento che si è poi consolidato in data 11 novembre, quando l’oro ha superato i 1750 $/oz.

 

 

A questa fase ha fatto seguito la pubblicazione dei dati economici USA. Andiamo ad analizzarli.

 

Dati economici USA: ad ottobre l’inflazione rallenta più delle aspettative

Secondo i dati rilasciati dal Bureau of Labour Statistics (BLS), l’indice dei prezzi al consumo ha registrato nel mese di ottobre 2022 un +0,3% su base mensile, contro lo 0,6% in più atteso:

 

IPC USA: Source - Investing.com

 

Su base annuale, la crescita dell’inflazione è stata del +7,7%. Un valore inferiore al +8% atteso dal mercato e inferiore a quello del mese scorso, +8,2%.  

Il 4 novembre è stato pubblicato altresì il tasso di disoccupazione USA che mostra un posizionamento ad ottobre al 3,7%, contro il 3,5% di settembre, con richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione aumentate di 7000 unità nella prima settimana di novembre.

 

Rallentamento IPC ed aspettative di politica Fed

Il rallentamento dell'indice dei prezzi al consumo potrebbe alimentare l'idea che la Federal Reserve possa limitare la sua politica aggressiva sui tassi: un IPC inferiore alle aspettative (0,3% contro lo 0,6% previsto) potrebbe essere interpretato come un segnale ribassista per il dollaro USA.

"Un IPC più debole del previsto supporta la tesi per una fase di ribasso del ritmo di rialzo alla riunione della Fed di dicembre, che può tradursi in una ripresa della tendenza al ribasso del dollaro” commenta Christopher Wong, stratega OCBC FX. “Ciò potrebbe fornire una finestra per l'oro, che potrebbe mettere in scena una ripresa", continua.

L’aumento dei tassi è infatti lo strumento principalmente utilizzato per combattere l’inflazione: un IPC inferiore alle aspettative potrebbe indurre la Banca centrale statunitense a non aumentarli nuovamente.

Questa dinamica dietro alla pubblicazione del dato IPC USA avrebbe sostenuto - nella giornata di giovedì 10 novembre - la domanda di oro come bene rifugio, determinandone l’incremento.

Contestualmente, il calo del dollaro USA ha contribuito a spingere EUR/USD al di sopra della parità, ad 1,03 (+0,9% rispetto all’apertura giornaliera in data 11 novembre).

Tuttavia - se da un lato il rallentamento dell'indice dei prezzi al consumo potrebbe alimentare l'idea che la Federal Reserve possa limitare la sua politica aggressiva sui tassi - secondo Loretta Mester, presidente della Cleveland Fed Bank, l’inflazione ancora elevata (e ancora ben distante dall’obiettivo del 2 % annunciato a settembre in occasione del simposio di Jackson Hole) porterebbe la Banca centrale a mantenere comunque una politica restrittiva nei prossimi mesi.

In particolare, i mercati prevedono una probabilità del 71,5% di un aumento del tasso di 50 punti base alla riunione della Fed di dicembre. Lo sguardo di tutti dunque è rivolto a questo prossimo, importante, appuntamento.

 

India: la stagione delle cerimonie a supporto della domanda di oro

Nel frattempo in India è ormai prossima la stagione delle cerimonie: si stima che fino a 3,2 milioni di matrimoni si svolgeranno in India tra metà novembre e metà dicembre, supportando così la domanda di metallo giallo. “È probabile che la ripresa delle vendite continui mentre ci avviciniamo alla stagione dei matrimoni. Prevediamo un aumento del 30-40 % delle vendite di oro durante questo periodo", ha affermato Karim Merchant, amministratore delegato di Pure Gold Jewellers, un importante gruppo indiano di rivenditori di gioielli con presenza in tutto il Medio Oriente.

Secondo Merchant, l'importazione di oro in India sarebbe dunque destinata ad aumentare in modo significativo per soddisfare questa domanda attesa durante l’ormai imminente stagione dei matrimoni.

 

Vietnam: domanda sempre più sostenuta dopo la pandemia Covid-19

Nel frattempo in Vietnam, secondo i media locali, la domanda di oro avrebbe raggiunto le 12 tonnellate nel terzo trimestre di quest'anno, registrando un aumento del 264% su base annua.

La domanda è stata sostenuta dalla continua ripresa post pandemia Covid-19. In particolare la crescita del PIL, i redditi sostenuti e il ritorno alla piena occupazione da parte delle imprese sarebbero stati tutti fattori a supporto dell’incremento di domanda di metallo giallo.

 

Banche centrali: record di acquisti di metallo giallo nel terzo trimestre

Secondo il rapporto del World Gold Council dello scorso 1 novembre, la domanda globale di oro - esclusi i prodotti da banco - è aumentata del 28% nel terzo trimestre su base annua a 1.181 tonnellate, trainata da acquisti più forti da parte dei consumatori ma anche dalle banche centrali, che hanno a loro volta supportato la domanda registrando record di acquisti con 399 tonnellate dal valore di 20 miliardi nel periodo di riferimento.

 

Instabilità geopolitica e ruolo dell’oro come rifugio sicuro: indici a confronto

In definitiva, da un lato vi sono fattori a supporto della performance del metallo giallo; dall’altro quel 75% di probabilità di nuovo incremento dei tassi a dicembre potrebbe remare contro visto che diminuirebbe l’attrattiva dell’oro in virtù di un incremento del costo opportunità legato alla detenzione dei lingotti.

Quello che è certo è che al momento tutti noi stiamo vivendo un contesto geopolitico altamente instabile: la crescente tensione tra Cina e Taiwan, l’inasprimento delle sanzioni contro la Russia e possibili ritorsioni contro il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream ne sono un lampante esempio.

Dati alla mano, notiamo tuttavia che - nonostante tutta la volatilità vista altrove in azioni, obbligazioni e criptovalute con conseguente erosione di ricchezza - l’oro è sceso meno rispetto al mercato generale.

Con gli ultimi aggiornamenti dell’11 novembre e considerando il prezzo in dollari, l’oro ha fatto un -5,30% da inizio anno, contro un -14% dell’indice SP500:

 

Andamento SP500 ed Oro su più Valute a confronto. Source: tradingview.com

 

Se guardiamo poi l’andamento dell’oro nelle altre valute è desumibile come questo stia continuando a performare bene: da inizio anno il metallo giallo ha registrato un +3,14% in Rupie, un +5% in Renminbi Cinese e in Euro, un +17% in Yen e un +8% in Sterlina Britannica.

Il metallo giallo sta dimostrando dunque di continuare a fare il suo dover di bene rifugio per eccellenza: preservare il suo valore e il capitale degli investitori.

 

 

 

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