Già dai primi giorni dell’anno, i segni di contrazione del gigante asiatico, la Cina, hanno scatenato il panico nelle varie borse internazionali, con ribassi giornalieri anche del 5%, che hanno portato a bruciare miliardi di capitalizzazione nelle piazze finanziarie di tutto il mondo.

Proprio il rallentamento dell’economia cinese, con la produzione industriale, passata drammaticamente da incrementi di circa il 20% nel 2010 all’attuale 5,9% su base annua e il PIL, con il trend sceso dal 12,3% all’attuale 6,8% su base annua nello stesso periodo di riferimento, ha trainato al ribasso anche il comparto delle materie prime, petrolio in testa, sceso solo nell’ultimo anno del 65%.

 

Le vendite sulle materie prime, confermano l’attuale frenata economica diffusa che pervade l’economia internazionale: paesi emergenti che non tengono il passo delle aspettative e paesi industrializzati che non riescono più a crescere.

 

In particolare, il segnale più evidente di questa stagnazione è l’inflazione: dopo tutti gli interventi delle varie banche centrali di stimolo con politiche economiche accomodanti (tassi bassi e immissioni di liquidità), gli USA sono attualmente poco sopra l’1%, mentre l’area Euro è addirittura negativa, -0,2%, entrambi dati su base mensile. Questo ha contribuito al rallentamento da parte della Yellen di innalzare i tassi di riferimento, percorso iniziato lo scorso anno con un aumento dello 0,25%. Lato Euro, invece, ha costretto Draghi, per sostenere l’economia e portare l’inflazione verso il 2% ,ad aumentare il volume degli acquisti, portandoli da 60 ad 80 Miliardi di Euro su base mensile e tagliare ulteriormente i tassi di riferimento, abbassando da -0,30 a -0,40% quelli sui depositi e azzerando quelli di rifinanziamento principali.

In tutto questo scenario macroeconomico, in totale controtendenza troviamo l’oro, in deciso rialzo dai primi giorni dell’anno, sia contro Dollari, sia contro Euro. Infatti, gli investitori sono tornati nuovamente sul metallo giallo come forma di diversificazione e protezione del capitale contro i forti shock presenti nei mercati azionari. Proprio la sua natura di bene rifugio per eccellenza lo ha riportato al centro dell’interesse anche di grandi fondi di investimento e delle mani forti, che sono particolarmente visibili nelle posizioni lunghe al Comex, salite da circa 2,5Mln di once a inizio Gennaio 2016, agli attuali 24Mln, con un incremento dell’860% in soli 2 mesi e mezzo. Dal punto di vista fisico, notiamo che anche i fondi di investimento ETF hanno sensibilmente incrementato le quantità di oro detenute, passando da1480 Tonnellate di inizio anno alle attuali 1800 Tonnellate, con un incremento del 22% circa.

Un incremento del tutto analogo a quello realizzato dal prezzo dell’oro in dollari, passato da 1060 $/oz di inizio anno al valore corrente di 1260 $/oz. Anche le quotazioni in euro hanno registrato un simile rialzo, passando da 31,50 €/gr al valore attuale di 36,50 €/gr, dopo aver raggiunto un doppio massimo a 37,50 €/gr, come lo scorso anno. Proprio questo livello ha rappresentato una forte resistenza al rialzo e sarà importante una sua rottura perché il trend rialzista prenda di nuovo forza. Il livello di supporto è rappresentato da area 35 €/gr, che se dovesse essere perforata al ribasso, potrebbe portare il prezzo nuovamente intorno a 34 €/gr, dove troviamo un importante supporto.

 

In dollari, invece, è avvenuta un’importante rottura al rialzo del canale ribassista e il prezzo di trova attualmente nei pressi di una fortissima resistenza rappresentata da area 1300$. Il prezzo potrebbe scendere verso i 1200 $/oz, dove troviamo un importante supporto, per poi prendere forza e tentare la rottura al rialzo nei prossimi mesi. Un incremento sopra 1300 $/oz potrebbe invertire il trend ribassista di medio periodo in atto e portare l’oro verso livelli molto più alti, primo tra questi 1500 $/oz.

Simile è la situazione dell’argento, anch’esso in trend positivo da inizio anno con incrementi in dollari ed euro intorno al 14%.

 

Sarà importante navigare a vista nei prossimi mesi per cercare di seguire il mercato, sempre più imprevedibile e incerto. Infatti, la contrazione economica, la situazione geopolitica in medio oriente, le guerre valutarie in atto, decisioni di politica economica e politiche in generale (ricordiamo che quest’anno sarà eletto il nuovo presidente USA), possono portare shock immediati nei mercati, con conseguente esplosione della volatilità nei mercati. Consigliamo, quindi, la massima cautela nel prendere posizione nei mercati.

Desk trading/analisi finanziaria