In settimana a tenere banco è stato il vertice, di portata storica, tenutosi venerdì nel villaggio di Panmunjom tra il leader della Corea del Nord Kim Jong-un e il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in. I due capi di Stato hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui si impegnano non solo a completare la denuclearizzazione della Penisola ma anche a rendere l’armistizio un trattato di pace vero e proprio entro l’anno prossimo. Tale evento, seguitissimo da Washington, anticipa il prossimo vertice tra Kim Jong-un e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che in agenda a metà maggio.

Sempre in settimana si è tenuta la conferenza stampa della BCE dopo la consueta riunione mensile del board. I toni usati da Mario Draghi sono stati percepiti dai mercati come molto accomodanti, tant’è che il cambio eurodollaro è passato in breve tempo da 1,22 a 1,20. In particolare, il numero uno della Banca ha affermato che “sulla base della consueta analisi economica e monetaria abbiamo deciso di mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento della Bce. Continuiamo ad attenderci che rimangano su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte dei nostri acquisti netti di attività”. Draghi ha inoltre aggiunto che “permane la necessità di un ampio grado di stimolo monetario affinché le spinte inflazionistiche di fondo continuino ad accumularsi e sostengano la dinamica dell'inflazione complessiva nel medio periodo”.

Tuttavia, se i mercati europei sono stati tranquillizzati – ancora una volta – dalla politica monetaria della BCE, quelli americani sono stati scossi dal fatto che i rendimenti dei titoli di Stato decennali abbiano superato la soglia del 3%. Cosa potrebbe comportare tale innalzamento? Semplicemente gli investitori potrebbero decidere di alleggerire l’esposizione in azioni (considerate più rischiose) e re-investire in titoli di Stato (meno rischiosi) con una conseguente “discesa” dei listini azionari. Inoltre, all’aumentare del rendimento dei titoli di Stato generalmente si accompagna un apprezzamento del dollaro (cosa che si è verificata in settimana) andando a penalizzare le materie prime quotate sulle borse americane. I preziosi hanno quindi accusato tale apprezzamento del biglietto verde e hanno chiuso la settimana lasciando sul terreno i guadagni effettuati nelle ottave di borsa precedenti quando ancora il dollaro sembrava indebolirsi senza sosta.

 

Il Dollar Index torna a salire…

 

Oro e dollaro americano: una correlazione inversa

 

Oro (XAUUSD)

La relativa calma a livello geopolitico e il rafforzamento del dollaro hanno penalizzato il metallo giallo che, rotta la trendline rialzista, prosegue anche questa settimana la discesa verso il basso. Il cedimento del supporto in area 1330 $/oz ha fornito ulteriore carburante ai venditori. Attualmente il prezzo è sostenuto dalla media mobile a 100 giorni in area 1315 $/oz. Da monitorare l’andamento del biglietto verde il quale, al momento, sembra essere uno dei driver più importanti.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)



Sul grafico settimanale l’outlook rimane neutrale - positivo, essendo il prezzo ancora al di sopra delle due medie mobili a 100 e 200 giorni. Nonostante la caduta delle ultime due settimane diversi analisti rimangono bullish sul metallo sebbene ammettano che, almeno nel breve termine, la discesa potrebbe continuare.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

Nonostante i fondamentali siano tornati ad essere positivi per il metallo, la settimana chiude in rosso. Le quotazioni, che negli scorsi giorni avevano rotto al rialzo sia la trendline ribassista (vedi grafico) sia la media mobile a 100 giorni sono ripiombate al di sotto di entrambe. L’outlook pertanto passa da positivo – neutrale a neutrale.

Grafico settimanale XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Anche per il platino vale lo stesso discorso fatto per oro e argento circa la ritrovata forza del dollaro. Tuttavia, se per oro e argento i fondamentali sono relativamente positivi, lo stesso non può essere detto riguardo al platino. Come già detto in precedenza, la debolezza del metallo è dettata dalla scarsa domanda, sia industriale sia quella proveniente dagli investimenti. Il prezzo viaggia ben al di sotto delle medie mobili a 100 e 200 giorni ed è ai minimi annuali. L’outlook si conferma negativo.

Grafico settimanale XPTUSD (principali supporti e resistenze)



 

Palladio (XPDUSD)

Le sanzioni alla Russia (che fornisce circa il 40% dell’offerta globale di palladio) e i fondamentali continuano a sostenere il prezzo del metallo che viene tuttavia penalizzato dal rialzo del dollaro. L’outlook rimane ancora positivo essendo le medie mobili a 100 e 200 giorni sono ben al di sotto delle quotazioni attuali. Da monitorare il canale rialzista nel quale il prezzo sta cercando di reinserirsi.

Grafico settimanale palladio (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Dopo diverse settimane di stallo, il cambio viene smosso questa settimana dalle parole di Draghi che confermano ancora una volta la politica accomodante della BCE. Il saggio di cambio buca la parte inferiore del rettangolo nel quale oscillava da inizio anno e va a testare il forte supporto posto a 1,20. Il trend passa da laterale – rialzista a neutrale. I supporti e le resistenze più importanti sono in basso a 1,20 e in alto a 1,25.

Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

In breve

ORO

Resistenze

1365

1375 - 1380

Supporti

1235 - 1250

1310 - 1350

 

ARGENTO

Resistenze

17,35

17,70 - 18

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

1010

1030 - 1045

Supporti

890

900 - 910

 

PALLADIO

Resistenze

1000

1075 - 1100

Supporti

900 - 910

950 -985

 

EURUSD

Resistenze

1,21 – 1,22

1,25 – 1,27

Supporti

1,1850

1,19

Fonti: Bloomberg, ABN – Amro, IlSole24Ore, Commerzbank.

 

 

 


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