Anche questa settimana i toni tra Stati Uniti e Cina hanno continuato ad inasprirsi sollevando una certa apprensione nelle borse mondiali. L’ultima mossa della ormai palese guerra commerciale tra le due super potenze è stata compiuta da Trump, il quale - nella giornata di giovedì - ha dato mandato all'Ufficio del Rappresentante Commerciale della Casa Bianca di identificare ulteriori dazi relativi a 100 miliardi di dollari sulle importazioni cinesi. Trump ha giustificato tale atto come risposta nei confronti di Pechino, quest’ultima colpevole – secondo il Presidente USA – di aver minacciato dazi sull’import americano. Ricordiamo infatti che la Cina aveva reagito all’annuncio dei primi dazi USA su acciaio e alluminio con una controffensiva simile all’offensiva commerciale americana (ossia con la decisione di tassare 106 tra prodotti agricoli e industrial importati dagli USA, per un controvalore di circa 50 miliardi di merce).

Tuttavia, se da una parte Trump sembra volersi chiudere al commercio mondiale, dall’altra il Presidente continua a dirsi aperto al dialogo e alla negoziazione. Un esempio in tal senso è rappresentato dal recente annuncio riguardante il NAFTA (l’accordo di libero scambio nordamericano): l’amministrazione si è detta ottimista per la rinegoziazione dei termini lasciando far intendere che non tutte le porte – commercialmente parlando – devono restare chiuse.

Nonostante l’atteggiamento “possibilista” di Trump, i mercati azionari non hanno accolto bene la sopraccitata escalation: i timori sono quelli che le tariffe commerciali possano espandersi a macchia d’olio coinvolgendo sempre più settori. Immediatamente dopo l’annuncio, gli indici mondiali hanno infatti iniziato a perdere terreno: maggiormente colpiti dalle vendite il settore dell’automobile e quello minerario.

Anche in Europa la vicenda è seguita con molta preoccupazione e a riprova di ciò basti segnalare l’intervento del membro del board esecutivo della BCE Benoit Coeure: il banchiere centrale ha messo in guardia dai pericoli che la politica commerciale di Trump potrebbe scatenare sui mercati, aggravando ulteriormente il peso della crisi sulle spalle degli Istituti centrali.

 

Oro (XAUUSD)

Nonostante le crescenti preoccupazioni per la guerra commerciale in atto tra Stati Uniti e Cina, il metallo questa settimana ha fatto registrare una performance leggermente negativa. La ragione va ricercata nella ritrovata (relativa) forza del dollaro che penalizza ancora una volta le materie prime quotate Oltreoceano. Il prezzo viaggia comunque al di sopra delle medie mobili giornaliere a 100 e 200 giorni. Il trend è laterale: da monitorare il supporto in area 1300 – 1310 $/oz e le resistenze a 1345 $/oz e successivamente a 1375 $/oz. Da segnalare l’afflusso di investimenti negli ETF in oro fisico che hanno toccato un record da 5 anni a questa parte. La quantità di once detenuta ha raggiunto – secondo quanto riporta Bloomberg - i 73,2 milioni.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)


Anche sul grafico settimanale il quadro passa da positivo a neutrale. Attualmente il prezzo è rimasto “congestionato” nel rettangolo delimitato tra i 1300 $/oz e i 1350 $/oz. Il trend di lungo periodo (in azzurro sul grafico) è tuttavia rialzista (fintanto che non si verifichi una caduta al di sotto dei 1275 – 1290 $/oz). Le medie mobili settimanali a 100 e 200 sono attualmente poste rispettivamente a 1275 e 1230 $/oz.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)


 

Argento (XAGUSD)

Seconda settimana di calma piatta per le quotazioni dell’argento. Il prezzo del metallo rimane ancora imprigionato (per la decima settimana consecutiva) nell’area 16,10 – 16,90 $/oz facendo denotare uno scarso interesse da parte gli investitori. Il trend resta ribassista e al momento non si scorgono driver sufficientemente forti tali da prendere una netta direzione al mercato. A livello tecnico, solo una rottura dell’area 17,40 -17,50 $/oz (al di sopra dunque delle medie mobili settimanali a 100 e 200 giorni) potrebbe innescare ulteriori allunghi fino al test della forte resistenza posta in area 18,50 $oz.

Grafico settimanale XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Prosegua la corsa al ribasso per il platino, dopo il forte slancio rialzista che aveva caratterizzato i prezzi nei primi due mesi dell’anno. Il metallo continua ad accusare la forte pressione ribassista data dal mercato fisico, attualmente in eccesso di offerta: una sovra capacità estrattiva che potrebbe accompagnare il metallo nell’arco di tutto l’anno. Come si evince dal grafico sottostante, il prezzo è tornato all’interno del canale ribassista partito lo scorso settembre. Molti analisti puntano il dito sul settore automobilistico la cui richiesta per catalizzatori di motori a diesel (che fanno largo impiego di platino) è in inesorabile declino.

Grafico settimanale XPTUSD (principali supporti e resistenze)

Palladio (XPDUSD)

Questa settimana il palladio accelera il movimento ribassista che porta le quotazioni alla parità con quelle del platino. Il trend rialzista potrebbe dunque essere arrivato ad una svolta: da monitorare la tenuta dell’area 910 – 900 $/oz e successivamente l’area attorno agli 850 $/oz. Anche per il palladio, così come per il platino, la ragione di tali movimenti è da ricondurre ad un rallentamento del mercato dell’auto. Come già accennato nello scorso report, il prezzo medio per tutto il 2018 sarà – secondo le previsioni degli analisti – attorno i 950 $/oz.

Grafico settimanale palladio (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Immutato rispetto alla scorsa settimana lo scenario dell’eurodollaro. Il saggio di cambio è attualmente in fase di equilibrio (evidenziata dal rettangolo giallo): se da una parte viene comprato (la valuta è preferita al dollaro dagli investitori nei momenti di risk-on) dall’altra viene venduto (vista la volontà della FED di far seguire al recente rialzo dei tassi altri 2 rialzi nel corso dell’anno e visti i recenti dati macro europei pubblicati in settimana). Il trend rimane comunque laterale – rialzista. I supporti e le resistenze più importanti sono in basso a 1,20 e in alto a 1,25.

Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

In breve

ORO

Resistenze

1365

1375 - 1380

Supporti

1235 - 1250

1310 - 1350

 

ARGENTO

Resistenze

17,35

17,70 - 18

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

1010

1030 - 1045

Supporti

890

900 - 910

 

PALLADIO

Resistenze

1000

1075 - 1100

Supporti

900 - 910

950 -985

 

EURUSD

Resistenze

1,21 – 1,22

1,25 – 1,27

Supporti

1,1850

1,19

Fonti: Bloomberg, IlSole24Ore, Commerzbank.

 

 

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