Calma piatta sui mercati questa settimana: le polemiche sui fatti di Charlotttesville si sono smorzate così come le tensioni tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord. Gli occhi degli operatori sono tutti puntati sul simposio annuale della Federal Reserve a Jacksone Hole. Due giorni (a partire da oggi venerdì 25 agosto) in cui i più importanti banchieri centrali discuteranno sull’attuale stato di salute dell’economia globale. Ovviamente gli interventi ritenuti più importanti dagli analisti saranno quelli dei numeri uno della FED e della BCE, Janet Yellen e Mario Draghi.

Cosa aspettarsi dal meeting?

Diversamente dai meeting degli anni passati, questa volta è molto probabile che non vi saranno annunci tali da sconvolgere i mercati. La BCE ha già fatto sapere (per vie indirette) che Draghi non farà alcun riferimento al tapering mentre dal lato USA sono in molti a concordare che il discorso di Yellen sarà più o meno simile a quelli fatti di recente sull’importanza della stabilità finanziaria. In pratica, nulla di nuovo sotto il sole. Eloquente, a questo proposito, il consiglio di Seth Carpenter (economista ad UBS) che, parafrasato, suona all’incirca in questo modo: “non sarà detto niente per cui valga la pena di saltare il pranzo”. Dello stesso avviso sono Deutsche Bank e ING.

I mercati

L’assenza di news rilevanti sia dal lato economico sia dal lato politico ha smorzato la volatilità sui mercati che hanno ripreso a sonnecchiare in attesa di qualche driver significante. Indici azionari, metalli e valute hanno gravitato sui livelli della settimana scorsa muovendosi in range relativamente limitati. L’S&P500 viaggia sempre sui massimi storici, mentre l’oro e l’argento restano a ridosso di resistenze importanti (rispettivamente 1300 $/oz e 17,20-50 $/oz). Anche il cambio eurodollaro rimane incastrato nell’area 1,17-1,18.

 

Oro (XAUUSD)

Il metallo giallo fallisce per la terza volta in pochi mesi la rottura verso l’alto dell’area 1295-1300 $ sebbene continui a rimanere al di sopra delle medie mobili a 55,100 e 200 giorni. Come già affermato nello scorso report l’outlook di lungo termine è costruttivo: ciononostante per essere confermato necessita di una chiusura settimanale al di sopra dei 1295 $/oz. Solo allora il prezzo potrebbe spingersi verso i massimi toccati a luglio dello scorso anno a quota 1375 dollari. In caso contrario il prezzo trova i primi supporti a 1285-1280 $/oz e successivamente in area 1270, 1240-1250. $/oz.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

L’outlook di lungo periodo resta positivo (come già indicato nello scorso report settimanale il prezzo è riuscito a sfondare al rialzo una trendline storica, vedi grafico sottostante). Tale segnale potrebbe rappresentare un’inversione di trend di lungo periodo. Il rientro nel canale ribassista potrebbe, al contrario, innescare un movimento al ribasso violento.

Grafico mensile XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

Praticamente immobile il prezzo dell’argento: il metallo ha oscillato tutta la settimana in un range di pochi centesimi, comunque sempre attorno alla media mobile a 200 giorni (attualmente in area 17,020). Uno slancio al rialzo potrebbe spingere il metallo verso i 17,80 $/oz (massimi relativi di periodo). Tale livello chiave, se rotto, potrebbe fornire un ulteriore spunto rialzista in area 18,70 $/oz (massimi di aprile). In caso contrario e in mancanza di driver rialzisti sufficientemente robusti, il prezzo potrebbe rientrare nel canale ribassista (vedi grafico) puntando verso nuovi minimi.

Grafico XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

L’outlook di lungo periodo è neutrale-positivo. Il metallo ha confermato in più occasioni di avere un solido supporto in area 890 $/oz (minimi di dicembre 2016) e pare deciso a proseguire la corsa al rialzo. Segnali di forza sono dati dalle numerose chiusure sopra la resistenza posta a 972 $/oz. Il prossimo target al rialzo è rappresentato dai 990 dollari: rotto tale livello il metallo potrebbe spingersi prima in area 1040 $/oz e, successivamente, in area 1050 $/oz.

Grafico XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Tra i metalli il palladio continua ad essere il più promettente. Il prezzo ha rotto sia la resistenza posta a 911 dollari l’oncia (massimi del 2014) sia quella più recente a 914 $/oz arrivando a toccare i 940 $/oz. Non è da escludersi un ulteriore spunto rialzista, supportato anche da buoni fondamentali (crescente domanda di metallo fisico a fronte di scarsa offerta).

Grafico XPDUSD (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Il cambio è incastrato da diversi giorni nel range 1,17 - 1,1750-18. Per la valuta dell’eurozona l’outlook resta neutrale-positivo (non è da escludersi un approccio verso 1,20 nel caso in cui trapeli – diversamente dalle aspettative – qualche news sul tapering da parte della BCE). Il biglietto verde rimane appesantito (oltre che dai dati non brillanti sull’economia USA) dalla sfiducia per le mancate riforme promesse dall’amministrazione Trump.

Grafico EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

Per concludere

ORO

Resistenze

1295,1300

1350,1375

Supporti

1229

1250

 

ARGENTO

Resistenze

17,10

17,60

Supporti

15,30

15,60; 16,00

 

PLATINO

Resistenze

995

1045,1050

Supporti

900

913, 915

 

PALLADIO

Resistenze

911,915

950

Supporti

830,835

860

 

EURUSD

Resistenze

1,1800

1,1880

Supporti

1,1150

1,1350

 

Fonti: Bloomberg, Commerzbank, MPS Capital Services, Mitsubishi Corporation International, UBS.

Finito di redigere alle 14:30 di venerdì 25 agosto 2017.