Se a tenere banco la scorsa settimana sono state le tensioni geopolitiche tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord (vedi Report Italpreziosi 8-11 agosto), questa settimana i riflettori sono stati puntati esclusivamente sulle questioni interne alla politica americana. La parziale retromarcia di Trump nel condannare i fatti di Charlottesville in occasione del corteo dei suprematisti bianchi ha provocato numerose defezioni tra i membri dei due comitati di Consiglieri presidenziali, ossia lo Strategic and Policy Forum e l’American Manufacturing Council a tal punto da dover essere sciolti: un brutto segnale che mette in dubbio l’effettiva capacità del Presidente di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale.

Ricordiamo che Trump è già reduce dal fallimento per ciò che riguarda il rimpiazzamento dell’Obamacare. Inoltre, ad infliggere un ulteriore brutto colpo all’amministrazione sono state le

voci riguardanti le dimissioni del presidente del consiglio economico nazionale (NEC) Gary Cohn, voci che tuttavia sono state successivamente smentite. Cohn (ex Goldman Sachs), come fa notare la CNBC, sarebbe ormai diventato la persona “più importante a Washington” essendo sia l’uomo chiave per la realizzazione della riforma fiscale, sia il membro dell’equipe presidenziale più vicino agli ambienti finanziari e industriali del Paese. I mercati hanno reagito malamente: giovedì l’S&P500 ha fatto registrare la peggior seduta degli ultimi 3 mesi (-1,5%) mentre il Nasdaq ha chiuso la giornata di borsa con un -1,94%. Torna a crescere anche la volatilità con il VIX che ha toccato quota 15,55. Continuano invece a guadagnare terreno i preziosi: l’oro è sempre più vicino ai 1300 dollari mentre l’argento viaggia stabilmente sopra i 17. Oltre alla crescente incertezza politica, la corsa verso i preziosi è spinta dalla persistente debolezza del dollaro contro le principali valute.

In settimana, oltre alle questioni puramente politiche, hanno tenuto banco sia le minute della FED sia quelle della BCE. Da Francoforte sono emerse alcune preoccupazioni legate ad un eventuale aggiustamento della politica monetaria attualmente in corso: nello specifico, il consiglio direttivo della banca centrale teme un eccessivo repricing dei mercati finanziari, soprattutto per ciò che concerne il mercato valutario. La BCE ha comunque avvisato i mercati affermando che le attuali condizioni (accomodanti) non possono venir date come scontate nell’immediato futuro. Il mercato valutario ha reagito tiepidamente al comunicato: il cambio eurusd ha corretto brevemente al ribasso in area 1,1650 per poi recuperare le perdite già dopo alcune ore. Viste le preoccupazioni espresse sulla bassa inflazione e su un euro relativamente forte diversi analisti ritengono che Mario Draghi non dirà nulla di nuovo nel discorso che terrà a Jackson Hole il prossimo 25 agosto. Inoltre ci si aspetta che i primi riferimenti al tapering non vengano fatti prima del mese di settembre.

Preoccupazioni analoghe sono state espresse anche dalla FED: l’inflazione USA non è ancora vicina ai livelli auspicati. Ciononostante i membri del board si sono espressi favorevoli alla riduzione graduale di bilancio. Tale normalizzazione dovrebbe avere inizio a settembre e procedere molto lentamente nel corso dei prossimi anni. Calano le probabilità riguardanti il prossimo rialzo dei tassi che scendono dal 43 al 40% (con riferimento dicembre 2017).

Fonte: Bloomberg

 

ORO (XAUUSD)

Il metallo giallo prosegue la corsa verso l’alto spinto, questa settimana, non tanto dalle tensioni geopolitiche tra America e Corea del Nord quanto dall’incertezza politica che aleggia all’interno dell’amministrazione Trump. L’oro al momento sta provando a sfondare per la terza volta in pochi mesi l’area 1295-1300 $ e permane ben al di sopra delle medie mobili a 55,100 e 200 giorni. Come già affermato nello scorso report l’outlook di lungo termine è costruttivo: ciononostante per essere confermato necessita di una chiusura settimanale al di sopra dei 1295 $/oz. Solo allora il prezzo potrebbe spingersi verso i massimi toccati a luglio dello scorso anno a quota 1375 dollari.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Sempre guardando all’analisi grafica e spostandoci su un time-frame più ampio possiamo notare come il prezzo sia riuscito a sfondare al rialzo una trendline storica (vedi grafico sottostante). Tale segnale potrebbe rappresentare un’inversione di trend di lungo periodo.

Grafico mensile XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

Anche l’argento, come l’oro, prosegue la corsa al rialzo e in settimana è riuscito a portarsi al di sopra della media mobile a 200 giorni in area 17,040. Una chiusura al di sopra di questo livello potrebbe spingere il metallo verso i 17,80 $/oz (massimi relativi di periodo). Tale livello chiave, se rotto, potrebbe fornire un ulteriore spunto rialzista in area 18,70 $/oz (massimi di aprile).

Grafico XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

L’outlook di lungo periodo continua a rimanere positivo anche per il platino. Il metallo ha un buon supporto in area 890 $/oz (minimi di dicembre 2016) e pare deciso a proseguire la corsa al rialzo. Il segnale di forza è dato dalla recente chiusura sopra la resistenza posta a 972 $/oz. Il prossimo target al rialzo è rappresentato dai 990 dollari: rotto tale livello il metallo potrebbe spingersi prima in area 1040 $/oz e, successivamente, in area 1050 $/oz.

Grafico XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

La fase rialzista del palladio continua a consolidarsi. Attualmente il metallo ha rotto sia la resistenza posta a 911 dollari l’oncia (massimi del 2014) sia quella più recente a 914 $/oz. Il prezzo rimane costantemente sopra la media mobile a 55 giorni in area 865 $/oz. Tuttavia, essendo in una fase di leggero ipercomprato, una lieve correzione al ribasso non è da escludersi.

Grafico XPDUSD (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Prosegue la debolezza del dollaro nei confronti delle principali valute e dell’euro. Il cambio oscilla da diversi giorni attorno all’area 1,1650 - 1,1750 ed ogni correzione verso la parte più bassa del range viene prontamente assorbita dai compratori. Le recenti dichiarazioni della BCE al momento paiono non aver sortito alcun effetto. Per la valuta dell’eurozona l’outlook resta quindi positivo. Ribadiamo che il biglietto verde è appesantito sia dalla sfiducia per le mancate riforme promesse dall’amministrazione Trump, sia dai toni più morbidi della FED riguardo l’innalzamento dei tassi di interesse.

Grafico EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

Per concludere

ORO

Resistenze

1295,1300

1350,1375

Supporti

1229

1250

 

ARGENTO

Resistenze

17,10

17,60

Supporti

15,30

15,60; 16,00

 

PLATINO

Resistenze

995

1045,1050

Supporti

900

913, 915

 

PALLADIO

Resistenze

911,915

950

Supporti

830,835

860

 

EURUSD

Resistenze

1,1800

1,1880

Supporti

1,1150

1,1350

 

Fonti: Bloomberg, Commerzbank, MPS Capital Services, Mitsubishi Corporation International. Finito di redarre alle 14:00 di venerdì 18 agosto 2017.