Il rally sui mercati azionari americani non ha accennato a smorzarsi nemmeno questa settimana. L’appetito per il rischio è sui massimi storici e le tensioni geopolitiche (vedi ennesimo test missilistico da parte della Corea del Nord) non sembrano destare serie preoccupazioni. Nel frattempo la FED si è detta favorevole ad un ulteriore rialzo dei tassi d’interesse (programmato nel prossimo meeting di dicembre). Sul piano politico il via libera per la riforma fiscale di Trump (atteso giovedì scorso) è slittato ancora una volta a causa delle crescenti preoccupazioni sul deficit americano. Il team del Presidente sostiene che le mancate entrate derivanti da una minore pressione fiscale nei confronti delle aziende americane verrebbero compensate da una maggiore crescita economica. Di parere opposto gli avversari politici che vorrebbero maggiori rassicurazioni in merito. Come accennato poc’anzi le borse non si lasciano sorprendere dalle battute d’arresto dell’iter burocratico e perseverano con gli acquisti sull’azionario. I target previsti per l’anno in corso sono stati ampiamente superati (S&P500 aveva un target di 2400-2450 punti secondo Goldman Sachs; attualmente l’indice è sopra i 2600) e si appresta ad alzare il target relativo al 2018 (ora posto a 2800-2850 punti). Complice anche il periodo (si avvicina il Natale) la fiducia nel settore economico è pertanto ai massimi livelli. A tale proposito possiamo notare come alcuni indicatori tecnici suggeriscano forse una troppa euforia: per esempio, il Relative Strenght Index (o RSI, indice di forza relativa) usato per monitorare quando i mercati sono “ipercomprati” o “ipervenduti” segna un valore prossimo a 86 su 100 sul Dow Jones. Ciò si è verificato solo 4 volte in precedenza: nel 1929, nel 1955, nel 1986/7 e nel 1997.

Indubbiamente vi è una forte propensione al rischio che penalizza gli acquisti di preziosi. Emblematico, a questo proposito, il rally per i bitcoin. La valuta digitale ha sfondato il muro dei 10.000 dollari toccando per un breve periodo gli 11.000 attirando a sé sempre più investitori (professionali e non). L’oro chiude invece la settimana in rosso, così come l’argento. Piuttosto stabili le quotazioni di platino e palladio così come il cambio eurodollaro che, dopo una breve discesa ad inizio settimana verso 1,1800, ha continuato a recuperare terreno nei confronti del dollaro portandosi attualmente vicino a 1,1900. In settimana si è infine tenuto il meeting dei paesi produttori ed esportatori di petrolio (OPEC): l’esito della riunione era stato tuttavia ampiamente prezzato dagli operatori che non si aspettavano alcuna sorpresa (estensione dei tagli alla produzione nell’arco di tutto il 2018).

 

Oro (XAUUSD)

Settimana negativa per l’oro. La barriera rappresentata dai 1300 dollari l’oncia continua ad essere una resistenza psicologica dura da abbattere. Il metallo giallo, ogniqualvolta si avvicina a tale livello, viene venduto in grosse quantità dagli operatori. I mercati azionari si trovano a livelli record (S&P500 ha chiuso gli ultimi 13 mesi consecutivi col segno più e viaggia stabilmente sopra i 2500 punti). L’appetito per il rischio è ancora alto e al momento non sembrano esserci segnali che indichino un cambio di rotta. Inoltre la FED ha aperto le porte per un ulteriore rialzo dei tassi entro la fine dell’anno: ragione, questa, sufficiente ad innescare le vendite sui preziosi. Il prezzo si trova tra la media mobile a 100 giorni e quella a 200 con un primo supporto in area 1275. Successivamente il secondo punto d’approdo potrebbe essere rappresentato dalla media a 200 posta a 1267 $/oz.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Sul settimanale il quadro generale, sebbene deteriorato rispetto alla scorsa settimana, rimane moderatamente positivo. La trendline ascendente finora ha sostenuto il prezzo (vedi grafico sottostante). L’outlook di lungo periodo pertanto rimane positivo.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

ARGENTO (XAGUSD)

L’argento in settimana è stato colpito da forti vendite, amplificando i movimenti ribassisti dell’oro. Ricordiamo ancora una volta che dal punto di vista dei fondamentali il quadro non è ottimale: la produzione è vicina a livelli record e la domanda in diminuzione. Il prezzo è fuoriuscito dal canale ascendente e attualmente si trova ben al di sotto delle medie mobili a 100 e 200 giorni. Perso anche il supporto a 16,60 $/oz (recente minimo). La resistenza più importante si trova ora a 17,10 $/oz e coincide all’incirca con la media mobile a 200 giorni (linea gialla). Se le quotazioni dovessero continuare a scendere resta il supporto a 16,30 – 16,10 dollari l’oncia. L’outlook è neutrale-negativo.

Grafico giornaliero XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Il metallo, dopo aver provato ad effettuare per la seconda settimana consecutiva un balzo al di sopra dei 950 $/oz è stato ancora una volta respinto verso il basso. Attualmente in area 950 $ troviamo sia la media mobile a 100 giorni, sia quella a 200 (che rappresentano una forte resistenza) mentre in area 955 si trova la media settimanale a 55 (anch’essa una forte resistenza). Tuttavia il trend generale permane moderatamente rialzista (considerando i minimi crescenti). Verso il basso il primo forte supporto è posta in area 920 $/oz e successivamente in area 915-916 $/oz. Infine troviamo i minimi relativi in area 904 - 910 $/oz.

Grafico giornaliero XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Il metallo si trova in una fase laterale e continua a mantenersi sopra i 1000 dollari l’oncia. Tuttavia, anche questa settimana il prezzo non è riuscito a superare i recenti massimi in area 1025-1030. La ex resistenza a 1000 dollari (ma più in generale l’area attorno ai 980) continua a fare da supporto alle quotazioni. Quella successiva si trova in area 997-998 $/oz e successivamente in area 980 - 960 $/oz. L’outlook resta positivo nel breve-medio termine dato che il prezzo è stabilmente al di sopra di entrambe le medie mobili (100 e 200 giorni). Va tuttavia sottolineato che la forza rialzista sembra aver incontrato una lieve battuta d’arresto rispetto alle scorse settimane.

Grafico giornaliero palladio (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Lo slancio rialzista delle ultime tre settimane parrebbe essersi – al momento – arrestato. La resistenza in area 1,1950 continua a respingere la corsa verso l’alto dell’euro. Tuttavia, nonostante le parole di Janet Yellen su un aumento dei tassi USA previsto nel mese corrente, la valuta dell’eurozona mantiene la sua forza. Una correzione dei mercati azionari americani potrebbe inoltre innescare ulteriori acquisti (con indebolimento del dollaro e corsa verso i preziosi e yen giapponese).

Grafico giornaliero EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

Per concludere

ORO

Resistenze

1285

1290 - 1310

Supporti

1280

1265 - 1270

 

ARGENTO

Resistenze

17,25

17,70

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

945 - 950

960

Supporti

915

920 - 925

 

PALLADIO

Resistenze

(1000) -1030

1050

Supporti

960

980

 

EURUSD

Resistenze

1,1850 - 1,20

1,25

Supporti

1,15 - 1,16

1,175

 

Fonti: Bloomberg, Commerzbank, UBS.

 

 

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Finito di redigere alle 13.30 di venerdì 1 dicembre 2017.