Riserve auree USA: cosa succederebbe se Trump rivalutasse il tesoro?

Riserve auree USA: cosa succederebbe se Trump rivalutasse il tesoro?
I caveau statunitensi custodiscono la più grande riserva aurea del pianeta. Ben 8.133,46 tonnellate di metallo giallo, la cui ultima valutazione risale al 1973. Questo immenso patrimonio compare a bilancio a un valore di appena 42,22 dollari l’oncia: poco più di 11 miliardi di dollari. Numeri completamente dissociati dalle quotazioni attuali, con i prezzi dell’oro che superano ormai i 3.300 dollari l’oncia (106,09 dollari al grammo). In che modo la rivalutazione del tesoro aureo statunitense potrebbe influenzare l’economia del Paese? Ci sono delle ragioni per cui riallineare le riserve auree al valore effettivo del metallo potrebbe non essere, in fondo, una buona idea?
L’oro che non c’è: le riserve auree della Fed
Per curioso che possa sembrare, la Banca Centrale Statunitense (Fed) non custodisce neanche un grammo delle riserve auree del Paese.
Quando era ancora in auge il gold standard, l'istituto bancario deteneva grandi quantità di oro da utilizzare nell’ambito delle sue funzioni ordinarie. Tuttavia, dopo l’abbandono del sistema aureo (1934), una legge federale trasferì la proprietà del metallo detenuto dalla Federal Reserve al Dipartimento del Tesoro.
La Fed ricevette in cambio dei certificati aurei relativi alla quantità di oro trasferita, al prezzo legale dell’oro allora vigente e senza il diritto di riscattare il metallo..
Va da sé che, quando si parla delle riserve auree statunitensi, si fa riferimento all’oro posseduto e controllato dal Dipartimento del Tesoro.
Oro da capogiro: quelle statunitensi sarebbero le riserve auree più grandi al mondo
Prima di tutto, bisogna specificare che il governo statunitense non verifica adeguatamente le proprie riserve auree dal 1953.
Dopo una verifica parziale negli anni ‘80, gli Stati Uniti hanno preferito svolgere delle brevi ispezioni piuttosto che controlli veri e propri. Purtroppo, data la propensione dei burocrati statunitensi a mantenere segrete informazioni di questo tipo alla cittadinanza, i dati effettivi sulle riserve auree USA potrebbero essere tutt’altro che affidabili.
Se quanto dichiarato dal Dipartimento del Tesoro è vero, la superpotenza occidentale vanterebbe un patrimonio di 8.133,46 tonnellate metriche di oro. 261 milioni di once troy, che corrispondono a oltre otto miliardi di grammi. Numeri che renderebbero le riserve auree statunitensi le più grandi al mondo: il doppio di quelle della Germania, quasi dieci volte quelle del Giappone.
Ma dove si trova tutto questo oro? Secondo il Dipartimento del Tesoro, la maggior parte del patrimonio aureo (147,3 milioni di once troy) è conservato a Fort Knox. 45 milioni di once troy si trovano presso la Zecca di West Point; altri 43,8 milioni nella Zecca di Denver.
Una piccolissima parte di metallo nobile, addirittura meno del 5%, si trova nei caveau della Federal Reserve Bank di New York. Si tratta comunque di oro di proprietà di banche centrali straniere e di individui o società terze che non sono il governo degli Stati Uniti.
Infine, circa l’1-3% delle riserve è in esposizione o trova impiego per il conio di monete.
Il grafico a torta mostra la percentuale di scorte auree detenute nei vari caveau statunitensi:
Musk sull'oro delle riserve auree: “Forse c’è, forse no”
Dopo che Elon Musk ha messo in dubbio l’integrità delle riserve auree e ribadito il diritto del popolo nordamericano di conoscerne lo stato, l’opinione pubblica è insorta.
L’imprenditore sudafricano ha addirittura insinuato un furto nel caveau statunitense. Il 17 febbraio, in risposta al conduttore radiofonico Alex Jones, scriveva: “Chi può confermare che l’oro non è stato rubato? Forse c’è, forse no”.
Il presidente Trump ha manifestato allora la volontà di recarsi personalmente alla base militare di Fort Knox, nel Kentucky, per verificare che le riserve auree della nazione fossero ancora lì.
Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha poi smentito la possibilità di una visita da parte del tycoon, dichiarando che la presenza dell’oro fosse già stata confermata. Il Dipartimento del Tesoro afferma che le ispezioni, per quanto limitate, avvengono regolarmente, e confermano i numeri.
Con questo, l’idea di un audit è decaduta velocemente come è nata. Il presidente sembra aver perso interesse per la situazione dell’oro presente nei caveau di Fort Knox.
Per il momento, restiamo nel dubbio.
Perché gli Stati Uniti non rivalutano le riserve auree?
Sembra incredibile che l’oro detenuto dal governo USA sia ancora vincolato al valore assegnato al bene rifugio nel 1973 (42,22 dollari per oncia), sulla base del valore legale del dollaro dell’epoca. Negli ultimi giorni il metallo giallo è stabilmente al di sopra di 3.300 dollari per oncia: una cifra settantotto volte superiore, che porta il valore effettivo delle riserve auree statunitensi a oltre 861 miliardi di dollari. Ricordiamo che, con la valutazione attuale, il patrimonio USA ammonta a “soli” 11 miliardi.
I benefici di una nuova valorizzazione del metallo nobile da parte del governo sembrano scontati. Gli Stati Uniti potrebbero, per esempio, attingere a questo immenso patrimonio per ripagare una parte significativa del debito nazionale.
La soluzione perfetta, che in realtà perfetta non è. Paradossalmente, le scorte auree statunitensi non basterebbero a finanziare il Dipartimento della Difesa per un solo anno fiscale. Rivalutare le riserve di oro significherebbe riconoscere implicitamente il suo ruolo di “copertura” del dollaro, strizzando l’occhio a scenari da semi-gold standard. Un passo falso che la prima economia del mondo, fondata sul credito e sull’espansione monetaria, non può permettersi di compiere.
Stati Uniti: potenza in declino?
Tirando le somme, la rivalutazione dell’oro nei depositi USA non cambierebbe sostanzialmente nulla della grave situazione fiscale degli Stati Uniti.
Con un debito pubblico ormai prossimo ai 40 trilioni di dollari, riserve auree enormi ma svincolate dal dollaro e nessun programma governativo finanziato dall’oro, nemmeno il più nobile dei metalli sembra in grado di risolvere le sfide economiche della prima potenza mondiale.
Le immense scorte di oro custodite nei depositi statunitensi, quale che sia il loro ammontare effettivo, sono soprattutto un luccicante tesoro custodito sottochiave.
Fonti: