Oro in ripresa: nuova spinta dopo il calo di metà maggio

Oro in ripresa: nuova spinta dopo il calo di metà maggio
Dopo settimane altalenanti l’oro torna a brillare, spinto dalle recenti turbolenze geopolitiche e da un rinnovato interesse degli investitori per i beni rifugio.
Una settimana di pressione
La scorsa settimana le prese di profitto sull’oro da parte dei trader hanno spinto in basso il prezzo del metallo. Testata la soglia critica dei 3.200 dollari a causa del mutamento del sentiment degli investitori, il cui appetito per il rischio è cresciuto sensibilmente. Punto critico raggiunto il 16 maggio con l’oro spot al ribasso dello 0,8% a 3.178,06 dollari l’oncia: si è trattata della peggior settimana da novembre 2024.
A pesare sul bene rifugio per eccellenza anche il taglio dei tassi di interesse in Cina e Australia, che ha dato nuova linfa ai mercati azionari domestici. Le azioni dei due Paesi sono cresciute a seguito dell’allentamento della politica monetaria, stimolando la propensione al rischio degli investitori.
Le ragioni del rialzo
Indici azionari europei in discesa nella giornata di mercoledì 21 maggio 2025, complice il pessimismo degli investitori sui colloqui di pace in Ucraina. Dopo l’incontro a Istanbul delle delegazioni russe e ucraine, conclusosi con un niente di fatto, Donald Trump ha avuto un colloquio telefonico con Vladimir Putin, da cui non sembrano emersi progressi significativi per porre fine alla guerra.
Fonti dell'intelligence americana parlano intanto di un imminente attacco alle centrali nucleari iraniane da parte di Israele: evento che andrebbe a compromettere i rapporti con il presidente americano, attualmente impegnato al raggiungimento di un accordo con Teheran.
L’Iran è il terzo maggiore produttore tra i membri Opec (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) e un attacco israeliano rischia di compromettere i flussi del Paese, alimentando ulteriore incertezza nei mercati internazionali.
In un clima di crescente tensione geopolitica l’oro è tornato a brillare, sostenuto anche dalla debolezza del dollaro e dalle importazioni cinesi, al massimo da 11 mesi. I dati doganali del gigante asiatico mostrano un aumento delle importazioni a 127,5 tonnellate metriche ad aprile, con un aumento del 73% rispetto ai livelli di marzo.
Il prezzo dell’oro ha superato abbondantemente la soglia critica di 3.200 dollari l’oncia per attestarsi oltre i 3.300 dollari, spinto dalla domanda crescente di beni rifugio.
Il grafico sottostante mette in evidenza l’incremento del metallo giallo degli ultimi giorni, dopo il ribasso della settimana scorsa.
Gli obiettivi del mercato rialzista e ribassista
I rialzi dei futures sull’oro con scadenza a giugno (+26,30 dollari) hanno riconquistato il vantaggio tecnico complessivo nel breve termine, e godono dei benefici del momentum, ovvero la tendenza di un titolo o di un mercato a mantenere il trend per un certo periodo di tempo.
L’obiettivo da raggiungere per i rialzisti è una solida chiusura sopra i 3.400 dollari; di contro, i ribassisti ambiscono a spingere i prezzi dei futures sotto il minimo di maggio, a 3.123,30 dollari.
Fonti:
Oro in calo per distensione USA-Cina
Borse europee giù, inflazione UK
Israele prepara attacco a centrali iraniane