Oro ai massimi: nuove previsioni verso quota 4.000 dollari

Oro ai massimi: nuove previsioni verso quota 4.000 dollari
Non si ferma la corsa dell’oro, che per la prima volta nella storia supera la soglia psicologica di €100 per grammo. Il prezzo in dollari veleggia al di sopra di $3.600 per oncia, riducendo sempre più le distanze dalla cifra critica di $4.000.
Un obiettivo che secondo Goldman Sachs, tra le principali banche d’affari del mondo, sarà raggiunto entro la metà del 2026. Ma che cosa ha innescato questo nuovo rally?
Tensioni Fed tra taglio dei tassi e rischio indipendenza
Tra i fattori di rialzo, spicca il taglio dei tassi da parte della Banca Centrale statunitense (Fed). Le date fissate per la riunione sono il 16-17 settembre, giornate in cui sarà probabilmente stabilita l’entità del taglio. Gli investitori scommettono su un quarto di punto, ma c’è chi si sbilancia a ipotizzare un intervento più decisivo da parte del direttivo Fed, ovvero mezzo punto percentuale.
La sofferenza del mercato del lavoro statunitense ha allarmato la Fed, già provata dall’incertezza dei dazi di Donald Trump. I settori manifatturiero, edile, energetico e minerario hanno perso complessivamente 25mila posti di lavoro. Male anche il commercio all’ingresso, con 12mila posti di lavoro volatilizzati e difficoltà nelle assunzioni legate al blocco dell’immigrazione.
Il Presidente rimane scontento delle politiche bancarie portate avanti dalla Fed, tanto da spingere i mercati a temere per l’indipendenza dell’istituto. Il 25 agosto Trump aveva proposto il licenziamento della governatrice della Federal Reserve, Lisa Cook, accusata di aver commesso frodi ipotecarie nel 2021. Un giudice di Washington ha bloccato la disposizione del tycoon e reintegrato la governatrice, sottolineando come l’indipendenza della Federal Reserve sia di interesse pubblico.
Le pressioni sul fronte economico interno si scontrano con le turbolenze geopolitiche legate agli attacchi russi in Ucraina e alla crisi mediorientale, spingendo al ribasso il dollaro. Il biglietto verde ha perso il 10% rispetto alle principali valute, mentre sempre più Banche centrali preferiscono l’oro ai titoli del Tesoro statunitense.
Cina al decimo mese consecutivo di acquisti
Per la prima volta dal 1996, le Banche centrali detengono più oro che titoli del Tesoro USA. Occhi puntati sulla People’s Bank of China (PBOC), che con agosto ha marcato il decimo mese consecutivo di acquisti di oro. Il Paese del dragone assiste anche a un aumento dell’interesse da parte dei piccoli investitori, che hanno spinto l’indice di Shanghai ai massimi da dieci anni.
Il World Gold Council riferisce che nel mese di luglio la domanda di oro mondiale è aumentata del 3% su base annua, raggiungendo le 1.248,8 tonnellate nel secondo trimestre del 2025. Nello stesso periodo di riferimento, la domanda di metallo giallo a titolo di investimento è aumentata del 78%.
Prospettive di medio-lungo termine al rialzo
Mentre le previsioni sul breve periodo rimangono incerte, la tendenza di medio-lungo termine è orientata al rialzo. La prima soglia di supporto è fissata a $3.250 per oncia. Se il metallo giallo scendesse sotto questa cifra, potrebbe scivolare fino a $3.000 per oncia.
Per quanto concerne il mercato rialzista, il prossimo obiettivo da raggiungere è fissato a $3.670. Superata questa soglia, la prossima resistenza intermedia rilevante sarebbe fissata a $3.725.
Fonti:
Goldman Sachs punta oro oltre $4.000
Fed taglia tassi? Critica per Trump
Cina acquista oro tramite Hong Kong
Oro in rally: banche centrali abbandonano Treasury