NFP US: i dati sull'occupazione degli Stati Uniti proiettano verso un nuovo rally dell'oro?
NFP US: i dati sull'occupazione degli Stati Uniti proiettano verso un nuovo rally dell'oro?
Lunedì - 10 maggio 2021 - le quotazioni dell'oro sono schizzate in seguito all'uscita dei dati sull'US NFP (nonfarm payrolls) con la crescita dell'occupazione rallentata inaspettatamente ad aprile.
Il rapporto uscito lo scorso venerdì ha mostrato che i posti di lavoro - non agricoli - sono aumentati di 266.000 unità ad aprile, ben lontano dalle aspettative del mercato, con proiezioni a 978.000. Le cifre di marzo sono state riviste al ribasso da 916 mila a 770 mila unità, sottolineando una carenza nell'offerta di manodopera. Ciò suggerisce che il mercato del lavoro potrebbe impiegare più tempo per riprendersi completamente dalla pandemia e affinché la Fed prenda in considerazione misure di tipo “tapering”.
Nel frattempo, un rapporto sull'occupazione più debole ha anche rafforzato la prospettiva di spesa fiscale. Il Presidente Joe Biden ha annunciato che le imponenti misure per il sostegno familiare sono "necessarie ora più che mai" poiché la crescita del lavoro è rallentata (all'inizio di quest'anno, Biden aveva lanciato un pacchetto da 2,3 trilioni di dollari nel tentativo di rinnovare le infrastrutture e creare milioni di posti di lavoro).
I dati del rapporto NFP inferiori alle attese sono stati un colpo d’accetta sulle speranze degli investitori di una forte ripresa nella più grande economia del mondo e hanno ridotto le scommesse sulla politica di inasprimento della Federal Reserve statunitense in arrivo prima del previsto. La Banca centrale degli Stati Uniti si è impegnata infatti da tempo a mantenere bassi i tassi di interesse fino a quando l'inflazione e l'occupazione non aumenteranno.
I quanto mai tiepidi numeri sull’occupazione statunitense hanno cementato le aspettative che i tassi di interesse rimarranno bassi per un periodo di tempo non breve, intaccando il dollaro (minimo da 10 settimane) e aumentando l'attrattiva del metallo “non yielding”. L'oro spot è salito dello 0,5% a 1.839,30 $ per oncia (sopra i 48.5 €/g), dopo aver toccato il massimo dall'11 febbraio (1.842,91 $).
Guardando al futuro, gli operatori osserveranno i dati sull'inflazione statunitense di mercoledì, che si prevede raggiungerà il 3,6% su base annua. L'aumento dei livelli dei prezzi può aumentare l'attrattiva dell'oro, che è ampiamente percepito come una copertura contro l'inflazione.
Cosa manca per tornare ai livelli del 2020?
Come ha affermato l'analista di Julius Baer Carsten Menke, le partecipazioni in prodotti finanziari garantiti da oro non hanno registrato afflussi da mesi. "Ciò che manca al recente aumento dei prezzi e che sarebbe necessario per rilanciare il rally è la partecipazione di coloro che cercano un rifugio sicuro", ha detto Menke in una nota. Il più grande ETF sull'oro del mondo - SPDR Gold Trust (GLD) - ha registrato un piccolo afflusso netto la scorsa settimana. Ciò suggerisce che più acquirenti stanno tornando sul mercato dell’oro dopo mesi di vendita. Il numero di azioni GLD in circolazione è aumentato di 2,9 milioni la scorsa settimana, rispetto a un deflusso netto di 1,6 milioni la settimana precedente. I prezzi dell'oro e il numero di azioni GLD in circolazione hanno mostrato una forte correlazione positiva in passato. Pertanto, un'inversione può essere vista come un segnale rialzista.