L'accordo di Basilea III è un insieme di riforme finanziarie globali sviluppate dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria sotto il dominio della Banca dei Regolamenti Internazionali - BIS (o BRI nella traduzione italiana): un'organizzazione con sede nella città svizzera. Questi cambiamenti nelle operazioni del sistema bancario rafforzeranno la regolamentazione, la supervisione e la gestione del rischio all'interno del settore bancario mondiale.

I lavori per le modifiche di Basilea III sono iniziati nel 2008, dopo l'inizio della Grande Recessione. La versione originale è stata adottata nel 2010, per essere implementata dal 2013 al 2015.

Alcune previsioni contenute nell’accordo erano di una tale portata che sono state apportate revisioni e l'attuazione è stata ripetutamente ritardata. Allo stato attuale, parte delle novità entreranno in vigore dalla fine di giugno di quest'anno, mentre tutte le modifiche entreranno in vigore il 1° gennaio 2023.

Le nuove regole bancarie, parte del più ampio accordo internazionale, sono dunque entrate in vigore questo lunedì e segneranno un grande cambiamento per le banche europee soprattutto nei rapporti con l'oro, alterando potenzialmente il panorama della domanda e dei prezzi dei metalli preziosi.

Come molte riforme messe in atto nell'ultimo decennio, che mirano a scongiurare un'altra crisi finanziaria globale, le nuove regole bancarie sono accompagnate da alcune controversie e rilievi.

 

Basilea III: il contenuto dell'accordo

L'oro allocato (allocated), in forma tangibile e quindi fisico, sarà essenzialmente classificato come un'attività a rischio zero secondo le nuove regole, mentre l'oro non allocato o "carta" (unallocated, paper gold), che le banche in genere trattano con volumi infinitamente più grandi, non lo sarà; il che significa che anche le banche che detengono oro cartaceo dovranno detenere riserve extra a copertura. I nuovi requisiti di liquidità mirano a "impedire a commercianti e banche di dire semplicemente di avere l'oro, o di avere più di un proprietario per l'oro che hanno in bilancio" (Brien Lundin, Gold Newsletter).

Da ieri dunque, il cosiddetto allocated gold - ovvero barre e monete, l’oro fisico - è classificato come asset a rischio zero, mentre l’unallocated gold, quindi l’universo dei futures che maggiormente interessa il business delle banche, no. Tradotto, operare in quest’ultimo ambito imporrà la detenzione a bilancio di riserve extra come cuscinetto a garanzia.

Di fatto, il passaggio dell’allocated gold da regime di asset Tier 3 a Tier 1 tramuta ufficialmente l’oro fisico in qualcosa di comparabile direttamente a valuta e liquidità, un asset class. Di converso, lo status a rischio dell’unallocated gold allontana l’oro di carta da quello status: i contratti futures non saranno più equiparabili a monete e barre (per maggiori dettagli è spiegato alla perfezione qui).

Nell'ambito dei regolamenti di Basilea III, si dovrà poi far fronte a nuovi requisiti di liquidità, noti come Net Stable Funding Ratio. Il NSFR è uno standard di liquidità che le banche devono seguire per garantire un finanziamento stabile e adeguato per coprire le loro attività a lungo termine. Il rapporto è l'ammontare della provvista stabile disponibile rispetto all'ammontare della provvista stabile richiesta, che dovrebbe essere almeno pari al 100%.

L’NSFR prevede che le banche mantengano un profilo di provvista stabile in relazione alla composizione del loro attivo e delle loro operazioni fuori bilancio. Una struttura di finanziamento sostenibile intende ridurre la probabilità che eventuali turbative nelle fonti di provvista regolarmente utilizzate da una banca erodano la posizione di liquidità di quest’ultima in modo da accrescere il suo rischio di fallimento e, potenzialmente, comportare più in generale tensioni sistemiche. L’NSFR permette di evitare un ricorso eccessivo al finanziamento all’ingrosso a breve termine, promuove una migliore valutazione dei rischi di provvista della liquidità con riferimento a tutte le poste in bilancio e fuori bilancio, e favorisce la stabilità della raccolta (fonte: Bank for International Settlement).

 

I motivi di fondo di Basilea III

Nella sua essenza, Basilea III è un cambio di regime pluriennale che mira a prevenire un'altra crisi bancaria globale, richiedendo alle banche di detenere attività più stabili e meno di quelle ritenute rischiose. 

La revisione delle regole è definita dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, nota anche come “banca centrale delle banche centrali”, come un insieme di misure concordate a livello internazionale che mirano a rafforzare la regolamentazione, la supervisione e la gestione del rischio delle banche. Lo scopo è chiaro: evitare che i soggetti impegnati in quella che è sostanzialmente un’operatività di mediazione interbancaria facciano credere al mercato di detenere oro che non hanno o detenerne in quantità superiore a quella reale.

In effetti, molte banche oggi si dedicano a quello che potrebbe essere chiamato “commercio frazionario di metalli preziosi”: ciò significa detenere solo una piccola percentuale della loro passività nei confronti dei clienti, in metalli fisici nei propri caveaux. In teoria, poi, si copre il resto della passività in metalli preziosi, noleggiando oro dalle banche centrali, negoziando contratti derivati ​​o utilizzando altri strumenti finanziari.

La banca d'investimento Morgan Stanley è stata coinvolta in una truffa in cui ha venduto metalli preziosi fisici ai clienti e ha riscosso le spese di stoccaggio per detenerli, ma non ha mai acquistato le attività effettive. Per contro, la banca ha utilizzato i fondi dei clienti per acquistare altri beni, molti dei quali in formato cartaceo. Morgan Stanley ha risolto una class action multimilionaria su questo tema nel 2007 senza mai dichiararsi colpevole.

Ma quanto è grande questo “paper market”?

In un'audizione della Commodity Futures Trading Commission nel marzo 2010, il consulente di metalli preziosi Jeffrey Christian ha testimoniato che queste istituzioni potrebbero aver venduto i loro metalli fisici fino a 100 volte la quantità di metallo che possedevano effettivamente. Ovviamente, se tutti i legittimi proprietari dei sottostanti contattassero la loro banca per ricevere la consegna del fisico, il mercato – castello - di carta crollerebbe…

 

Vantaggi e costi sistemici, bullish o bearish…

Basilea III è così un qualcosa con cui le banche europee hanno già a che fare da lunedì; mentre quelle statunitensi dal 1 luglio e, non a caso, quelle del mercato privilegiato per i futures sui metalli preziosi - i.e. Londra - solo dal 1 gennaio 2023. Ecco spiegato, quindi, il pressoché immobilismo delle quotazioni dell’oro all’entrata in vigore della nuova normativa: il big player, infatti, giocherà con le sue regole ancora per cinque mesi.

Ma nel lungo periodo le nuove normative avranno di certo effetti sistemici. Aumentare i requisiti di finanziamento per l'oro non allocato può significare che gli istituti finanziari "ridurranno il business dell’oro fisico" o "sosterranno l'attività e accantoneranno maggiori riserve", come affermato dagli analisti di BofA.

 

 

In effetti, con tali disposizioni l'oro non allocato entrerà nel bilancio delle banche coinvolte “e le regole renderanno molto più costoso per le stesse detenere saldi in oro non allocato", citando Ross Norman di MetalsDaily, che sostiene come le nuove regole “non solo renderanno il costo di compensazione e regolamento delle operazioni più oneroso, ma vi sarà un rischio sistemico per le controparti industriali, inclusi minatori, raffinerie e fabbricanti”. Norman, d'altra parte, pensa che le nuove regole "non avranno alcun effetto significativo sui prezzi dell'oro... solo sul costo delle negoziazioni in questi mercati".

Inutile dire che, per converso, le motivazioni bullish vadano ricercate sul nuovo status dell’oro fisico, dal momento che sarà considerato asset “risk free”. Basilea III potrebbe indurre le banche di tutto il mondo a continuare a comprare di più, cosa che peraltro hanno già fatto nei mesi scorsi. Non in forma unallocated e non in forma cartacea.

E in un mondo in cui le banche sono le determinanti del prezzo marginale, qualsiasi rotazione da paper gold a oro fisico - che è molto più scarso - potrebbe avere vaste implicazioni sul prezzo.

Ma mentre c'è un ampio accordo su cosa significhi Basilea III per le banche, gli analisti differiscono notevolmente quando si tratta dell’impatto sul mercato dell’oro.

Macleod di Goldmoney si aspetta che le banche siano "scoraggiate" dal negoziare contratti forward sull'oro a Londra e nei contratti futures su Comex. Ciò può portare a "una maggiore volatilità dei prezzi e, a margine, alcuni clienti bancari che hanno avuto conti in oro e argento non allocati cercheranno di mantenere la propria esposizione acquistando lingotti fisici". Questi nuovi cambiamenti arrivano anche in un momento di inflazione monetaria accelerata ed è "molto probabile" che la combinazione dei due eventi "farà aumentare i prezzi", ha affermato lo stesso Macleod: quanto più in alto dipende da quanto diventerà debole il dollaro in termini di potere d'acquisto, ha affermato.

Sicuramente cambiamenti di tale portata si vedrebbero nel lungo periodo; in questo momento, ilComex ha attualmente circa 24 miliardi di dollari in vendite allo scoperto di contratti future sull'oro e altri 1,6 miliardi di dollari in vendite allo scoperto di future sull'argento. Ci saranno quasi certamente pressioni sui venditori allo scoperto per coprire questi contratti, mentre le banche dell'Europa continentale si affrettano a coprire i loro short. Questo potrebbe portare nei prossimi sei mesi o due anni, ad un aumento sostanziale dei prezzi dell’oro.