La settimana in dettaglio

Le ultime sedute di borsa sono state principalmente caratterizzate dalle informazioni giunte dalle Banche Centrali che continuano ad essere guardate dagli operatori come i più importanti driver dei mercati finanziari.

Dal lato europeo vi sono state le dichiarazioni del presidente della BCE Draghi il quale ha affermato che, al momento, non sussiste ragione alcuna per “deviare dall’attuale impostazione” adottata da Francoforte circa la politica monetaria. Le parole di Draghi sono state sostenute dal capoeconomista Praet e dal vicepresidente Costancio. Il numero uno della BCE ha inoltre affermato che un innalzamento dei tassi si avrà soltanto quando sarà terminato il QE (smentendo così alcuni rumors che paventavano la possibilità di un rialzo prima della conclusione del programma che, ricordiamo, prevede l’acquisto di titoli al ritmo di 60 miliardi al mese fino a dicembre).

Oltreoceano, a tenere banco è stata la pubblicazione delle minute della FED: sebbene presentata con una certa prudenza, l’idea di effettuare un rialzo dei tassi d’interesse nel mese di giugno è piuttosto concreta (attualmente le probabilità sono vicine all’80%). Vi è tuttavia da sottolineare il fatto che i recenti dati sullo stato di salute dell’economia USA sono praticamente identici a quelli dello scorso anno, periodo durante il quale la FED si è mostrata piuttosto reticente ad alzare il costo del denaro. È dunque lecito chiedersi – a questo punto – cosà potrà giustificare 4 rialzi nel 2017 ed altrettanti nel 2018, soprattutto alla luce degli ultimi dati sull’inflazione (inferiori, nel mese di aprile, alle aspettative degli analisti).

Nel frattempo i listini (non solo americani) continuano ad infrangere record su record e qualsiasi notizia che possa anche lontanamente far venir meno l’entusiasmo dei compratori viene ignorata.

Nel grafico sottostante: DAX (azzurro), S&P500 (blu), FTSEMIB (verde), FTSE100 (viola) Bloomberg®

Per ciò che concerne il fronte politico la bufera attorno al team di Trump non accenna a scemare e l’ipotesi di impeachment continua ad essere sbandierata sia dai media sia dagli oppositori. L’ultimo membro dell’entourage presidenziale ad essere finito nel mirino della giustizia americana sarebbe, secondo quanto riporta il Washington Post, il genero e stretto consigliere Jared Kushner. Quest’ultimo avrebbe avuto contatti con alcuni rappresentanti di Mosca durante i mesi antecedenti le elezioni.

Anche in questo delicato frangente i listini azionari preferiscono voltarsi dall’altra parte probabilmente scommettendo sia nella tenuta della squadra di governo sia nell’attuazione delle riforme promesse dal Presidente che, in ogni caso, non verranno realizzate nel corso di quest’anno.

Il metallo giallo, nonostante l’annuncio della FED sul probabile rialzo dei tassi di metà giugno, viaggia attorno ai 1265 dollari l’oncia. La quotazione è sostenuta da un dollaro particolarmente debole. Verso l’alto un duro ostacolo rimane quota 1300 $/oz mentre, verso il basso, un primo supporto viene dato dall’area 1250 e, più in basso, 1220. Per quanto riguarda la domanda di oro fisico i primi sei mesi del 2017 hanno visto acquisti abbastanza importanti da parte di India e Cina. Nel corso della seconda metà dell’anno però – almeno secondo quanto viene riportato dal World Gold Council (WGC) e Thomson Reuters GFMS – la domanda dovrebbe subire un rallentamento principalmente dovuto ad una minore richiesta proveniente dal mercato indiano di gioielli.

Nel grafico: Quotazione dell’oro su base annuale e livelli di Fibonacci. Bloomberg®

A livello valutario, la moneta unica viaggia a quota 1,1250 contro il dollaro. Il rafforzamento ha preso vigore in seguito all’esito delle elezioni presidenziali francesi: la vincita di Macron ha infatti scongiurato i timori legati al crescente euroscetticismo. I prossimi target verso l’alto si trovano in area 1,13-1,1350. In basso si trova invece un gap aperto in area 1,07: questa zona potrebbe essere ritestata nel caso in cui la FED dovesse effettuare i rialzi annunciati.

Nel grafico: EURUSD su base annuale. Bloomberg®