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24 Giugno 2025

I metalli preziosi e la risposta contenuta alle tensioni in Medio Oriente

Nonostante i drammatici sviluppi geopolitici, la reazione dei metalli preziosi è stata sorprendentemente contenuta. I futures dell’oro sono scesi $1,20, smentendo le aspettative degli analisti che dopo il coinvolgimento degli USA nel conflitto prevedevano una corsa ai beni rifugio. Oro fiacco nonostante l’indice del dollaro sia calato dello 0,40%, un movimento che normalmente ne sostiene il prezzo. La discesa del metallo giallo suggerisce che la pressione di vendita sia stata il principale motore del suo andamento. In presenza di movimenti valutari neutrali, le perdite avrebbero potuto essere ancora più consistenti. Migliore la performance dell’argento, che registra un modesto aumento di $0,31 chiudendo a $36,14 l’oncia.
Fonte: Kitco News

23 Giugno 2025

Oro cresce con l’intensificarsi dei rischi geopolitici

Nella notte tra sabato e domenica gli Stati Uniti hanno messo in atto l’operazione Midnight Hammer, colpendo alcuni siti nucleari iraniani. Una pericolosa escalation che minaccia la già fragile stabilità della scacchiera mediorientale, provata dal conflitto isreaelo-palestinese. Il timore che l’Iran possa rispondere con la chiusura dello stretto di Hormuz - crocevia strategico attraverso cui transita quasi il 20% della fornitura di petrolio globale- ha fatto salire i prezzi del greggio, alimentando i rischi inflazionistici e stimolando i flussi verso l’oro, tradizionale bene rifugio
Fonte: Milano Finanza

20 Giugno 2025

Il 95% delle banche centrali intende aumentare le riserve auree

Non si fermano gli acquisti di oro da parte delle banche centrali, che sembrano preferire il bene rifugio al dollaro statunitense. Così, mentre il biglietto verde perde terreno all’ombra della politica dei dazi di Trump, gli istituti bancari programmano di aumentare le riserve di oro fisico a scapito della valuta USA. Secondo le rilevazioni del World Gold Council, il 95% delle banche centrali intende incrementare gli acquisti di metallo giallo nei prossimi 12 mesi. Inoltre, due banche su tre si aspettano una riduzione “moderata o significativa” delle riserve denominate in dollari entro il 2030.
Fonte: Milano Finanza