Dollaro e rendimenti obbligazionari USA...

Restano sostenute le quotazioni dell’oro, avvicinandosi alla soglia tecnica dei 1.800 dollari per oncia. Un movimento favorito da inizio aprile dall’indebolimento del dollaro, soprattutto nel cambio euro, dove il prezzo del metallo ha comunque superato i 48 €/gr. Il dollaro ha toccato i minimi da quasi due mesi, rendendo favorevole detenere oro soprattutto nelle altre valute.

C’è di più: come più volte sottolineato, le quotazioni del metallo giallo sono in rialzo poiché i rendimenti nominali delle obbligazioni statunitensi stanno diminuendo a causa della relazione inversa che lega i due asset. Questo è dovuto al fatto che, riducendosi i rendimenti, diminuisce il costo opportunità di detenere oro (un asset definito “non-yielding”).

Nondimeno, le politiche monetarie e fiscali continuano a fornire un supporto costante per l'oro.

 

… Cosa succede intanto in Cina e in Europa…

Il rialzo è stato spinto in questi giorni anche dalle reiterate voci di forti importazioni in Cina, dopo che il governo di Pechino ha di fatto rimosso le precedenti restrizioni all’acquisto.

Quanto al vecchio continente, le banche centrali dell'est Europa stanno ampliando in modo significativo le riserve auree:

  • Il mese scorso l'Ungheria ha triplicato le sue riserve auree. La decisione della Banca nazionale ungherese (Magyar Nemzeti Bank, MNB) di aumentare le sue riserve si deve a ragioni strategiche ed è guidata dagli obiettivi politici a lungo termine: l'MNB ha aumentato le sue riserve auree nel tentativo di rafforzare la stabilità del sistema finanziario del paese durante i periodi di incertezza geopolitica. Anche il ruolo dell'oro come bene rifugio - segnatamente "un'importante linea di difesa in condizioni di mercato estreme" (MNB, ndr.) - è stato un fattore nelle decisioni della Banca.
  • La Banca nazionale polacca (Narodowy Bank Polski, NBP) ha aumentato le sue riserve auree di 25,7 tonnellate nella seconda metà del 2018 e di altre 100 tonnellate nel secondo trimestre del 2019: il più grande acquisto globale di oro da parte di una banca centrale nell'ultimo decennio. La decisione strategica dell'NBP, anche in questo caso, è stata guidata dall'obiettivo della Banca di diversificare il rischio geopolitico e rafforzare la tutela della stabilità finanziaria del paese.
  • Con lo stesso fine, la Banca nazionale della Serbia (Narodna Banka Srbije, NBS) ha gradualmente accumulato oro, aggiungendo circa 0,2 tonnellate al trimestre dal 2011. Nel 2019 la NBS ha aumentato i suoi acquisti, con 9,2 tonnellate nel terzo trimestre del 2019 e altre 3,5 tonnellate nel quarto trimestre del 2020.

Gli acquisti sono aumentati rispettivamente dell’83,5%, 122% in Serbia e Polonia e addirittura del 2.972% in Ungheria. La regione CEE (centro-est europea) è diventata così un importante compratore, rappresentando il 17% degli acquisti di oro globali da parte delle banche centrali negli ultimi tre anni. E l'aumento degli acquisti di oro dalla regione potrebbe continuare in futuro.

 

… e aggiungiamo un po’ di inflazione

L'inflazione è di nuovo al centro della scena. Molti prezzi, vedi commodities, stanno aumentando anche prima che si possa tornare a spendere fisicamente, il tutto mentre i governi stanno riversando enormi quantità di moneta nell'economia.

Ciò porta senza dubbio molti investitori a valutare l'impatto che l'inflazione potrebbe avere sui portafogli.

In questo quadro l'oro - bene rifugio per eccellenza - e gli strumenti finanziari collegati all’inflazione potrebbero essere una valida soluzione per preservare valore.