La scorsa settimana si è aperta con l’esito delle elezioni federali tedesche: come previsto, Angela Merkel è uscita vittoriosa e si appresta a ricoprire il suo quarto mandato. Tuttavia, nella recente tornata elettorale il partito della Cancelliera dovrà scendere a compressi con le controparti avendo catturato solo un terzo dei voti. Le ripercussioni sui mercati si sono fatte sentire solamente sul cambio eurodollaro che ha perso terreno dai recenti massimi. I listini europei, dopo un inizio di settimana debole, hanno invece salutato positivamente la vittoria di Merkel ed hanno proseguito a macinare nuovi massimi.

Oltreoceano la tanto attesa riforma fiscale da parte del Governo Trump è stata finalmente presentata. Il testo, benché sia provvisorio, lascia diversi dubbi circa la sua approvazione in Congresso; inoltre alcune pagine erano già trapelate alla stampa poco prima della presentazione ufficiale scatenando forti vendite sui listini. Ma, ancora una volta, la correzione al ribasso è stata vista dagli operatori come l’ennesima occasione per acquistare portando gli indici azionari non solo a recuperare la caduta, ma anche a bucare al rialzo alcune importanti resistenze psicologiche: attualmente l’indice S&P500 si trova al di sopra dei 2.530 punti, ossia a soli 70 punti dal target previsto dagli analisti di Goldman Sachs per la fine del 2018.

Ottima performance anche per i listini europei: il DAX 30 ha bucato i 12.900 punti mentre il nostrano FTSEMIB e lo spagnolo IBEX-35 hanno – nella giornata di mercoledì – accusato rispettivamente una politica meno tollerante da parte della BCE sugli NPL detenuti dalle banche e le tensioni in Catalogna.

 

Oro (XAUUSD)

Quarta settimana consecutiva di ribassi per il metallo giallo. La riforma fiscale del Presidente Trump unita agli interventi della numero uno della FED Janet Yellen hanno messo le quotazioni sotto pressione. Ad inizio settimana il metallo ha toccato un minimo poco sotto i 1270 dollari l’oncia (1268,25) per poi rimbalzare timidamente nella giornata di mercoledì. Se il dollaro continuerà a rafforzarsi le quotazioni potrebbero andare a testare i 1250 dollari l’oncia nel breve termine e i 1200-1210 nel medio. Si affievoliscono le chance di bucare la ormai storica resistenza posta a 1375 dollari essendo inoltre calata la percezione dei rischi politici e geopolitici. L’outlook è neutrale.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

Anche l’argento, come l’oro, continua ad accusare il rialzo del dollaro. Attualmente il metallo si è appoggiato al forte supporto offerto dal livello posto a 16,65 dollari l’oncia. Se il prezzo dovesse continuare la sua discesa, i primi supporti si trovano in area 16,50 – 16,35 e successivamente a 16,10 $/oz. Tuttavia, sia per l’oro così come per l’argento, non è da escludere che le ripercussioni politiche del referendum sull’indipendenza della Catalogna e sul rinnovato governo Merkel non siano ancora state pienamente prezzate dal mercato. Tali elementi di incertezza potrebbero essere i futuri driver per un vigoroso rimbalzo delle quotazioni.

Grafico settimanale XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Il cambio ha rotto il canale rialzista e ha testato l’area a ridosso di 1,16. La valuta dell’eurozona ha perso forza subito dopo l’elezione di Angela Merkel e si è ulteriormente indebolita dopo le parole pronunciate da Janet Yellen riguardo la forward guidance della FED. Se l’incertezza politica sul suolo europeo dovesse acuirsi la valuta unica potrebbe proseguire la fase ribassista andando a testare l’area 1,14-1,15.

Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

Per concludere

ORO

Resistenze

1290

1310 - 1350

Supporti

1280

1250 - 1260

 

ARGENTO

Resistenze

17,25

17,70

Supporti

16,10 - 16,15

16,65

 

PLATINO

Resistenze

1032

1045 - 1050

Supporti

960

980 - 986

 

PALLADIO

Resistenze

940

985 - 1000

Supporti

910 - 912

900

 

EURUSD

Resistenze

1,18 - 1,20

1,25

Supporti

1,15 - 1,16

1,175

Fonti: Bloomberg, Commerzbank, Reuters, ScotiaBank, UBS, BoFA Merrill Lynch.

Finito di redigere alle 24:00 di mercoledì 4 ottobre 2017.